Il lavoro occasionale si articola in diverse modalità di impiego. L’INPS illustra come funzione nel 2023 per datori di lavoro e lavoratori
C’è chi ha il contratto a tempo indeterminato, chi determinato, chi di collaborazione, chi è a Partita IVA e chi svolge mansioni di lavoro occasionale. Che in pratica significa che non sussisterebbero le condizioni per contrattualizzare, neanche al minimo delle ore, il lavoratore. Di conseguenza, il lavoro occasionale, saltuario, generalmente finisce nel vortice del lavoro a nero, che anche se ben retribuito, dopo molti anni lascia il lavoratore con un pugno di mosche in mano, sia al livello contrattuale che contributivo.
Dunque come lottare contro la piaga del lavoro a nero senza far pesare troppo i contributi sul datore di lavoro? È iniziata con i voucher, che potevano essere riscattati presso il tabaccaio decurtati della parte percentuale dedicata ai contributi. Ed ora ci sono delle nuove regole che si basano sulla normativa del 2017 e del 2022.
L’INPS, in una pagina specifica del sito, illustra con dovizia di particolari le modalità per regolarizzare il lavoro occasionale. Per chi non sixa pratico delle definizioni, per lavoro occasionale si intende la prestazione lavorativa non continuativa, saltuaria o anche a chiamata. Possono essere considerati lavoratori occasionali i collaboratori domestici, che vengono chiamati saltuariamente a domicilio. È proprio l’INPS a gestire in maniera primaria le registrazioni di utilizzatori e prestatori delle forme di contrattualizzazione del lavoro occasionale. Ed è sempre l’ente a gestire le comunicazioni dei rapporti di lavoro.
Leggi anche: Ritorna il servizio militare obbligatorio in Italia?
I datori di lavoro possono acquisire le prestazioni lavorative secondo due modalità distinte. La prima è il libretto famiglia, su cui vengono iscritte tutte le varie prestazioni lavorative svolte, e remunerate di conseguenza. Esso può essere utilizzato per le prestazioni occasionali di piccoli lavori domestici, come ad esempio giardinaggio, pulizia o manutenzione. Anche per assistenza domiciliare a bambini e persone anziane, ammalate o con disabilità. Oppure insegnamento privato supplementare.
Leggi anche: Scatta l’aumento per badanti e baby sitter | Le cifre
Il contratto di prestazione occasionale è la seconda modalità. Può essere utilizzato da professionisti, autonomi, imprenditori, associazioni, fondazioni, enti di natura privata e Amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del dlgs 165/2001.