Nuovi controlli Reddito di cittadinanza | Chi rischia grosso

L’INPS ha siglato un’intesa per effettuare controlli con dati incrociati per verificare l’effettiva liceità del reddito di cittadinanza

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Cittadinanza (Foto Pixabay – pensioniora.it)

Il giornalismo mainstream li chiama ‘furbetti’. E sono sempre lo stereotipo del popolino italico che tenta di fare il furbo derubando il prossimo o lo Stato. Per rubare allo Stato ci sono diversi modi, tra cui l’evasione fiscale e l’appropriazione indebita. E non serve aprire una cassaforte per essere implicati in questo reato. Anche l’acquisizione di un beneficio, come ad esempio il reddito di cittadinanza, quando non se ne aveva diritto, è considerata truffa allo Stato. Con conseguenze che potrebbero essere piuttosto serie, e senza dubbio la restituzione di tutto ciò che è stato percepito indebitamente.

Come per tutti gli altri beneefici, anche il reddito di cittadinanza è soggetto alla consegna dell’ISEE in corso di validità. per produrre l’ISEE, il CAF, patronato o INPS, devono acquisire la dichiarazione sostitutiva unica, la DSU, un documento nel quale sono elencati tutti i redditi mobili, immobili del nucleo familiare. La DSU è un documento autocertificato ufficiale a tutti gli effetti, e per le nuove leggi sullo snelli mento burocratico e sull’autocertificazione, omissione o alterazione di alcuni dati corrisponde a reato amministrativo, che nei casi più gravi può diventare anche penale, come dichiarazione mendace.

Reddito di cittadinanza, i controlli incrociati

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Cittadinanza (Foto Pixabay – pensioniora.it)

Dunque può essere più di una l’eventualità in cui le dichiarazioni per ottenere il reddito di cittadinanza siano false. Come ad esmepio nel caso in cui il percettore titolare si trovi in stato di detenzione. Per evitare erogazioni non dovute, che poi dovranno essere richieste indietro con complicazioni non da poco, l’INPS ha siglato un accordo con il Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – Dap – per incrociare i dati sui cittadini, e controllare la liceità del diritto al reddito di cittadinanza. I controlli saranno di cadenza mensile, e consentiranno di mettere in luce gli illeciti, come appunto chi si trova in stato detentivo e non lo ha comunicato.

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Nello specifico si legge nella nota pubblicata: “Con il nuovo protocollo prosegue l’intensa collaborazione tra Inps, la Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati (Dgsia), il Dipartimento per gli Affari di giustizia (Dag) e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia, finalizzata al potenziamento delle verifiche sulle prestazioni erogate dall’Istituto. Ancora una volta, la Pubblica Amministrazione lavora in squadra a servizio della collettività e, applicando la tecnologia, migliora la qualità dei propri servizi, sottolinea l’istituto”.

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