Ecco a quali futuri lavoratori in congedo spetterà l’opportunità di migliorare i propri importi mensili con trattamenti straordinari. Di cosa si parla
Nel corso del precedente anno, ha preso vita una straordinaria politica previdenziale sia in virtù di scadenze sistemiche oramai imminenti, sia in considerazione dei noti fatti bellici e di crisi tutt’ora in corso nel cuore dell’Europa. È proprio nella maggior parte dei provvedimenti che le protagoniste sono state le pensioni, dato che non pochi nuclei familiari a carico dei percettori INPS sono stati esposti agli effetti deteriori della crisi, energetica ed economica.
La componente inflazionistica rappresenta ancora una volta due facce della stessa medaglia, in chiave positiva e negativa assieme. Dall’inizio dello scorso anno, il fattore dell’inflazione ha determinato una cartina di tornasole positiva, in quanto ha misurato il tasso di crescita del prodotto interno lordo nazionale grazie alla ripresa seguita allo stop produttivo imposto dalla emergenza sanitaria da Covid. Fino a incidere, dalla fine di febbraio, quale agente erosivo dei bilanci familiari, spinto dalla speculazione dei mercati internazionali.
L’azione di governo più incisiva è sicuramente rappresentata dall’anticipo di una frazione dell’adeguamento ISTAT degli importi pensionistici, sulla base degli indici sui prezzi al consumo. Lo scorso ottobre, è stato applicato sui cedolini un aumento previsionale del 2 per cento, variabile in base agli scaglioni reddituali. Con analoghe modalità, il MEF ha siglato un nuovo rialzo dal 1° gennaio 2023 pari al 7,3 per cento. E ancora a febbraio si “ritoccheranno” i ratei dello 0,7 per cento.
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Ad ogni modo, sin dal carriera lavorativa in pieno corso, la pensione resta un pensiero fisso, per immaginare un futuro tranquillo negli anni dell’anzianità, corroborato dal momento giusto per mettersi definitivamente a riposo con le mansioni svolte per lunghi anni. Sempre più spesso, spinti dalla incertezza dei sistemi transitori di pensione anticipata che permettono di ottenere un assegno anche con un più basso livello di contribuzione, i lavoratori decidono autonomamente di finanziare un fondo complementare per la pensione integrativa, per scongiurare un rateo mensile fin troppo basso.
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L’INPS mette a disposizione la sua pensione integrativa, la prestazione economica per i pensionati che versano i contributi in una gestione diversa da quella di cui è titolare. Il cosiddetto fondo sostitutivo, esclusivo ed esonerativo dell’AGO, l’Assicurazione Generale Obbligatoria, spetta a: titolari di pensione appartenenti al Fondo Clero; titolari di assegni vitalizi sostitutivi alla pensione; pensionati a carico del Fondo Pensioni Lavoratori dello Spettacolo, ma non appartenenti al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti. Sono esclusi i titolari pensionistici iscritti ai fondi e alle casse dei liberi professionisti, cos’ come i pensionati esteri o i titolari della Gestione Separata.