Coloro che negli anni passati hanno sbagliato a pagare l’IMU possono ricevere una cartella esattoriale: scopriamolo insieme
Sono giorni molti concitati quelli di inizio gennaio dal punto di vista fiscale dal momento che la nuova Legge di Bilancio messa a punto dal governo Meloni ha portato ad una sorta di “pace fiscale”. Ci riferiamo nel dettaglio alla sanatoria e allo stralcio di alcune cartelle esattoriali a carico dei contribuenti.
Nel dettaglio è previsto lo stralcio totale delle cartelle esattoriale con debiti fino a 1.000 euro affidati all’agente di riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 dalle amministrazioni statali. Riguardo proprio la tematica delle cartelle esattoriali che in molti si chiedono se ne arriva una nel caso in cui in passato si sia sbagliato l’IMU.
Nel caso di mancato o errato pagamento dell’IMU al comune ci arriverà un avviso di accertamento. La normativa di riferimento è la legge 296/2006 e stabilisce le caratteristiche dell’avviso, le scadenze per l’emissione, per la notifica e per il pagamento. Quindi il contribuente si vedrà recapitare a casa a mezzo raccomandata un avviso riportante l’importo dovuto.
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L’accertamento può essere per omessa dichiarazione IMU o per omesso o insufficiente versamento. L’avviso deve contenere l’importo dovuto; le motivazioni dell’emissione; le modalità e il termine ultimo per effettuare il pagamento; l’ufficio presso il quale è possibile ottenere informazioni; la firma del responsabile del procedimento e l’organo presso il quale è possibile impugnare l’atto e le modalità per presentare il ricorso in autotutela.
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Il pagamento dell’importo dovuto dovrà essere effettuato a mezzo F24 (inviato congiuntamente all’avviso di accertamento) presso gli Uffici Postali/Bancari o online. L’ importo deve essere versato entro il termine di 60 giorni dalla notificazione dell’avviso di accertamento. Ma cosa accade se non paghiamo?
Nel caso in cui decidiamo di non pagare un avviso di accertamento entro la scadenza prevista riceveremo una cartella esattoriale o una ingiunzione per via della riscossione coattiva, attivata dall’Ente nei confronti dei contribuenti “accertati” e ancora insolventi. È possibile evitare l’arrivo di un accertamento utilizzando lo strumento del Ravvedimento Operoso, grazie al quale è possibile sanare posizioni debitorie fino ai precedenti 5 anni.