In caso di debiti di un defunto, l’asse ereditario può arrivare anche al rapporto tra nonno e nipoti. Solo a determinate condizioni
Chi accumula dei debiti in vita, probabilmente non pensa che al proprio dcesso essi ricadranno sui familiari. Sono sempre più frequenti le situazioni in cui al decesso di un genitore o di un coniuge si fa l’amara scoperta: accettando l’eredità, ignari dei debiti, si rischia il pignoramento dei beni propri per assolvere i pagamenti insoluti del parente. E l’Agenzia delle Entrate comunica le cartelle esattoriali al momento in cui la successione è terminata. Nell’arco di tempo che passa tra l’apertura e la chiusura del procedimento di successione, sia i beni attivi che quelli passivi vengono congelati, in attesa della spartizione.
Sulla carta il procedimento di successione dovrebbe includere anche un inventario completo degli attivi ed i passivi del de cuius, per rendere la scelta dei chiamati all’eredità più ponderata. In caso di debiti eccessivi i parenti possono rinunciare all’eredità. Un dato interessante è che con la rinuncia all’eredità il coniuge rinuncia a tutti i beni, eccetto la pensione di reversibilità, che viene in ogni caso erogata.
Per stabilire, al decesso del de cuius, a chi spetta pagare i debiti insoluti, ad esempio con l’Agenzia delle Entrate o con dei privati, si deve osservare per bene l’asse ereditario. In seguito al decesso i primi chiamati all’eredità sono i coniugi ed i figli. Poi, a seguire, i fratelli e sorelle, se presenti ed in vita.
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Se nessuno di essi è in vita, l’asse ereditario si sposta sui parenti più prossimi, se presenti, come ad esempio i nipoti, dunque i figli dei figli. Anche essi possono rietrare nell’eredità, sia per esplicita volontà testamentaria, che per assenza di altri parenti in vita. A quel punto tocca a loro decidere se accettare o meno l’eredità del nonno, attivi e passivi compresi, dunque inclusi i debiti con l’Agenzia delle Entrate. Si raccomanda sempre prima di accettare un’eredità di avere un quadro completo dei beni e dei debiti, per evitare spiacevoli sorprese una volta che non c’è più nulla da fare.