La casa di proprietà è uno dei beni centrali che vengono divisi in caso di divorzio. La legge è precisa su questo punto
Innanzitutto è bene distinguere la separazione dal divorzio. Il primo è un istituto che sospende i dovere di fedeltà e coabitazione determinati dal matrimonio. La separazione è in attesa del divorzio. Il secondo è l’istituto che scioglie definitivamente il matrimonio. Dunque tutte le implicazioni del contratto civile. Mentre quello religioso, nella religione cattolica, non può essere sciolto. Difatti in caso di divorzio le nuove nozze in Italia possono essere celebrate solo civilmente e non in chiesa.
L’istituto del divorzio è stato istituito in Italia nel 1970. A seguito del parere contrario della Democrazia Cristiana, al Governo stabile in quel periodo, è stato fatto un referendum abrogativo nel 1974 per eliminare la possibilità del divorzio dall’ordinamento civile italiano. Invece il referendum ha convalidato il divorzio, che è diventato legge effettiva in Italia.
Nel momento in cui si firma il divorzio, si perdono i diritti e doveri dell’istituto matrimoniale. I beni comuni devono essere suddivisi dipendentemente da diverse condizioni: presenza o meno di figli minori a carico, reddito dei coniugi, necessità economiche. La casa di proprietà è uno dei beni più discussi. La casa di famiglia generalmente spetta al coniuge che acquisisce l’affidamento preferenziale dei figli minori o disabili a carico. Anche se la casa dovesse essere intestata all’altro coniuge. Questo per conferire un senso di continuità a coloro che soffrono di più dal divorzio: i figli.
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Il diritto di abitazione nella casa coniugale, nel momento in cui non ci sono figli, finisce nelle mani della persona a cui la casa è intestata. Se c’è comunione dei beni, la casa andrà divisa in natura tra i due coniugi. Se non c’è possibilità di accordo tra le parti, la casa deve essere venduta ed il ricavato diviso al 50%.
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È concesso ad uno dei due coniugi riscattare la casa di abitazione comprando la quota mancante dall’altro ex coniuge. Il controvalore deve essere espresso in denaro secondo il valore di mercato del momento.