Ecco quale forma di convenienza deve inseguire l’inquilino che si appresta a firmare un contratto di locazione. Di cosa si parla
Manca meno di un mese alla prima ricorrenza – e si spera l’unica – che ricorda lo scoppio del conflitto in Ucraina. Come è noto, tale evento – è assodato – costituisce uno spartiacque per la storia recente europea e di tutti i suoi cittadini, italiani compresi. La crisi energetica venuta ad instaurarsi fra la condotta dei due contendenti, ha indubbiamente trovato terreno fertile in un ambito economico, quello del vecchio continente, non privo di criticità già presenti.
In fondo, ad alimentare l’esasperazione economica che turba ed erode i bilanci economici di molti nuclei familiari a carico di lavoratori e pensionati in difficoltà, è prepotentemente subentrato il fattore determinante dell’inflazione. Tale elemento si era precedentemente insinuato rispetto alla nota data, quale indicatore positivo della ripresa economica seguita allo stop della emergenza sanitaria da Covid.
Affitto casa, qual è il contratto più conveniente da sottoscrivere
Ben presto, l’inflazione – come è realmente successo – finisce per influire sui legittimi progetti delle famiglie, di giovani o singoli cittadini; il più “fisiologico” è sicuramente il progetto di acquistare una casa, di ritagliarsi finalmente uno spazio proprio e autonomo rispetto al nucleo della famiglia di origine. Pertanto, dopo la stasi della scorsa primavera, con l’autunno si è assistito al pesante rialzo dei tassi di interesse, operato dalla Banca Centrale Europea, proprio per contrastare l’incremento inflazionistico.
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Per i vecchi titolari di mutuo con la restituzione in essere del credito ha significato, in taluni casi, un aumento della rata mensile fino a 250 euro. Per i potenziali sottoscriventi di finanziamento, invece, l’occasione di ripensarsi e deviare le proprie prospettive verso la ricerca di un affitto. Nel 2023, ad ogni modo, non mancano le opportunità per ottenere vantaggi dalla sottoscrizione di un contratto di locazione, e di carattere fiscale e di carattere economico.
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Il miglior contratto di affitto resta ancora una volta quello a canone concordato 3+2 (tre anni rinnovabili automaticamente per altri due). I contratti a canone concordato sono notoriamente più bassi ai contratti di affitto a canone libero, consentendo di avere vantaggi fiscali, grazie ai criteri specifici su tipologia di immobile e ubicazione, decisi dai Comuni. L’inquilino, sottoscrivendo un contratto a canone concordato, gode fiscalmente delle seguenti detrazioni: 495,80 euro, per i redditi fino a 15.493,71 euro; 247,90 euro, per i redditi fino a 15.493,71 euro, ma inferiori a 30.987,41 euro. Altrimenti ci sono sempre i contratti a canone libero 4+4, stando quindi tranquilli su un rinnovo automatico di più a lungo termine; o per gli affitti brevi, i contratti di affitto transitorio.