Quali sono le procedure e le conseguenze per i debiti non saldati dei condomini, ecco cosa prevede la legge
Non pagare le spese comuni di un condominio o i lavori di manutenzione ordinaria o straordinaria che sia, porta inevitabilmente delle conseguenze per chi contrae il debito. Conseguenze che possono diventare assai spiacevoli e che sono definite dalla legge. Quindi non pagare la ristrutturazione del tetto e il cambiamento dell’impianto di riscaldamento, può causare problemi al debitore.
Ma esiti negativi possono derivare anche dal mancato saldo di spese meno ingenti e più frequenti, come quelle relative alle pulizie degli spazi condivisi o quelle dell’illuminazione. Purtoppo queste situazioni più frequenti di quanto si pensi e le discussioni i diatribe in ambito condominiale sono molto comuni.
Gli articoli di legge ai queli si fa riferimento in casi del genere sono due
È l’amministratore ha dover attivare secondo la legge le pratiche per il recupero delle somme non vesate dal condomino moroso. Primo passo la comunicazione della messa in mora con la data precisa del versamento della cifra dovuta. Se questa comunicazione bonaria non ha effetto, l’amministratore può richiedere al Tribunale l’inguinzione di pagamento. Il debitore ha 40 giorni per saldare, dopo di che si passa alla riscossione forzata.
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Per attivare il decreto ingiuntivo con la riscossione forzata è necessaria la delibera del rendiconto dell’assemblea, in mancanza della quale il moroso ha sua disposizione altri 40 giorni per versare la somma. Per rientrare delle somme il condominio ha quindi tre strade per riottenere quanto dovuto:
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I condomini morosi possono essere esclusi dal godimento di beni e servizi comuni. I tempi per il recupero delle somme sono abbastanza lunghi: 5 anni per le spese ordinarie, 10 per le straordinarie calcolando a partire dalla delibera del rendiconto e dalla partenza della lettera di messa in mora.