Chi ha problemi alla tiroide, ed anche invalidità certificata, può ricevere sostegno dal settore pubblico sotto forma di agevolazioni
Chi non soffre di tali affezioni probabilmente sottovaluta il problema. La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla posta davanti alla trachea, all’altezza della gola. Regola la temperatura del corpo, il metabolismo, gli organi genitali, il sistema nervoso e la frequenza cardiaca, grazie a degli ormoni secreti dalla tiroide. Da questo si può capire quanto il suo corretto funzionamento sia importante. Chi ha problemi alla tiroide solitamente può avere ipertiroidismo, ipotiroidismo, tiroidite e gozzo. Alcuni problemi, di entità lieve, possono essere curati grazie a delle medicine o anche con un intervento. In altri casi invece i problemi conseguenti ad affezioni alla tiroide possono modificare lo stile di vita, e rendere invalidanti anche attività primarie come il lavoro.
Per questo l’INPS attribuisce delle agevolazioni ai lavoratori che hanno affezioni gravi alla tiroide. Gli aiuti possono essere devoluti tramite sostegno economico o permessi lavorativi. E per richiedere ciò si deve possedere una certa invalidità certificata, stabilita dalla Legge 104.
Nel caso in cui da esame della commissione medica dell’INPS venga acccertata un’invalidità superiore al 74% per problemi alla tiroide, viene erogato mensilmente un assegno da 291,60 euro fino a un massimo di 550 euro ogni mese. Le malattie per cui viene assegnata l’invalidità generalmente sono il carcinoma tiroideo (carcinoma papillare, follicolare, midollare, anaplastico), l’ipertiroidismo con compenso neuropsichiatrico, l’asportazione della ghiandola tiroidea, l’ipotiroidismo. Inoltre il Sistema Sanitario Nazionale per determinate problematiche alla tiroide riconosce anche l’esenzione dal pagamento del ticket sanitario per le prestazioni e per le medicine. Esclusivamente per le prestazioni relative alla patologia.
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Sono previste anche le agevolazioni lavorative comprese nella Legge 104, sempre per coloro che hanno invalidità accertata dalla commissione INPS almeno del 74%. Si tratta di riposi orari giornalieri di 1 ora o 2 ore e 3 giorni di permesso mensile, frazionabili anche in ore. Previsto anche il congedo straordinario fino a un massimo di due anni. Con questo livello di invalidità, in caso di assenza di lavoro con età superiore a 65 anni, si può accedere all’assegno sociale.