Dalla pensione di febbraio ci si aspetta molto. Tanti pensionati attendono la rivalutazione sull’assegno. Quando verrà erogata
Il 2023 si apre con delle novità in tema pensionistico. Insieme all’aumento delle pensioni minime a 600 euro, solo per il 2023 ed esclusivamente per gli over 75, sono cambiati anche gli scaglioni di reddito per la perequazione. Che significa? Ogni anno, e diverse volte durante l’anno, il Ministero dell’economia e delle Finanze stabilisce e comunica il tasso d’inflazione, a cui seguono gli adeguamenti, anche della pensione. Nell’ultimo trimestre del 2022 il tasso d’inflazione è stato fissato al 5,3%. A cui si aggiunge il 2% decretato dal vecchio governo capeggiato da Mario Draghi.
Di conseguenza si arriva alla cifra del 7,3%, che dovrebbe corrispondere all’adeguamento dell’assegno della pensione. Ma non tutti otterranno la rivalutazione piena. Dipende dalle fasce di reddito. Il nuovo Governo in Legge Bilancio ha modificato gli scaglioni sulla perequazione della pensione, portandoli da quattro a sei, con l’intenzione nel prossimo anno di scendere a tre.
I nuovi scaglioni per gli adeguamenti alla pensione sono così distribuiti:
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Solo che per il mese di gennaio, solo la prima fascia, quindi quella entro i 2.101,52 euro, ha ricevuto la rivalutazione. Per ritardi sui ricalcoli le altre dovranno aspettare. Si attende per il mese di febbraio, ma è più probabile che sarà presente sul cedolino della pensione di marzo o addirittura aprile, con tanto di arretrati.
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Chi riceve la pensione sul conto in banca ce l’avrà disponibile il primo febbraio. Chi invece la ritira in contanti alla posta, dovrà seguire il seguente calendario, stilato secondo ordine alfabetico: