Una delle modifiche del Reddito di Cittadinanza riguarda la sua durata ma potrebbe arrivare un nuovo aiuto dopo 7 mesi
La nuova Legge di Bilancio messa a punto dal governo Meloni ed approvata da Camera e Senato lo scorso 30 dicembre cambia lo scenario sociale ed economico del nostro Paese. Sono circa 600 gli emendamenti presentati e molti di questi riguardano le pensioni ma anche vari incentivi e bonus per il 2023.
Sicuramente la notizia che ha fatto più rumore a riguardo è quella legata al Reddito di Cittadinanza, la misura introdotta dal governo Conte nel 2019 come forma di sostegno al reddito e di inserimento nel mondo del lavoro. La Meloni, già in campagna elettorale, aveva affermato di voler modificare la misura e così è stato.
Innanzitutto il governo Meloni ha ridotto a 7 mesi senza rinnovo il Reddito di Cittadinanza per il 2023. Dal 2024, poi, il RdC sarà totalmente abolito per lasciare il posto ad una nuova forma di assistenza sociale. Inoltre alla prima offerta di lavoro rifiutata si perderà l’incentivo e i percettori dovranno frequentare dei corsi di introduzione al mondo del lavoro.
Tra queste novità legate alla misura quella che sta facendo particolarmente discutere è la durata di soli 7 mesi. Nonostante la decisione del governo alcuni deputati del Parlamento siciliano hanno proposto di intervenire per aiutare i percettori al termine della scadenza dei 7 mesi. La proposta è stata avanzata dagli otto deputati regionali che fanno capo ai gruppi di Sicilia Vera e Sud chiama Nord.
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Il gruppo di deputati, citando l’INPS, afferma come da gennaio a novembre 2022 siano stati oltre 280mila i nuclei familiari che hanno percepito almeno una mensilità del Reddito o della Pensione di Cittadinanza e queste persone non possono essere lasciate indietro per l’anno in corso.
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I parlamentari chiedono all’assessore della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Sicilia “se non ritengano opportuno attivarsi presso tutte le sedi istituzionali competenti affinché venga mantenuto l’essenziale sostegno al reddito per le fasce di popolazione siciliana meno abbienti rappresentato dal Reddito di Cittadinanza o Pensione di Cittadinanza, e se non ritengano, in alternativa al Reddito di Cittadinanza, prevedere l’istituzione di misure regionali volte al sostegno al reddito”.
Quello che i deputati chiedono, in parole povere, è che la Regione Sicilia si attivi con il governo centrale per prevedere una tutela equivalente al Reddito di Cittadinanza per aiutare i nuclei che restando senza sussidio. In alternativa sia la Regione stessa a prevede una forza di sostegno al reddito per il periodo successivo a quello non coperto dalla legge nazionale.