Le aliquote che verranno aggiornate nel 2023 potrebbero penalizzare alcune fasce di pensionati. Cosa può accadere
I pensionati sono, anche se non tutti, tra le fasce deboli della popolazione. In parte perché molti hanno un assegno mensile che non consente uno stile di vita dignitoso, ed in parte perché con l’incedere dell’età aumentano anche le necessità sanitarie. Quindi maggiori spese per controlli, medicine, e prestazioni, che se affidate completamente all’SSN potrebbero richiedere molto tempo di attesa, per cui molti pensionati si rivolgono al privato, pagando parcelle salate.
Quest’anno è stato raggiunto un accordo governativo per l’adeguamento delle pensioni per il 2023. I quattro scaglioni di perequazione del 2022, diventano sei. Già negli ultimi mesi dello scorso anno, grazie ad una misura avviata dal precedente Governo Draghi, i pensionati hanno avuto un aumento del 2%. Ed a gennaio i primi adeguamenti per il 2023, che sono stati a vantaggio solo di alcuni pensionati. Gli altri avranno aumenti ed arretrati a partire da febbraio.
Pensionati, chi avrà aumenti e chi diminuzioni dell’assegno
Dunque la perequazione per il 2023 si articola in sei scaglioni. Coloro che hanno un assegno della pensione entro i 2.101,52 euro riceverà il 100% della rivalutazione, per il 2023 stabilita al 7,3%. E da gennaio 2023 questi pensionati hanno iniziato a ricevere l’aumento. Mentre tutti gli anni dovranno attendere l’assegno del mese di febbraio, comprensivo di arretrati. Anche le pensioni minime subiranno un aumento, ma solo per alcuni pensionati, nello specifico gli over 75. E solo per il 2023. Questi fondi per l’aumento delle pensioni minime sono stati raccolti, a detta del Governo, dalla riduzione del reddito di cittadinanza a 7 mesi anziché ad 8.
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Inoltre il Governo sta programmando una tassazione differente per le pensioni. Le aliquote IRPEF dovrebbero cambiare in primavera con effetto entro l’estate. Le modifiche riguardano principalmente tre dei cinque scaglioni, ovvero quelli mediani. Il più basso ed il più alto non verranno toccati. Si parla di aliquote agevolate per lo scaglione dai 28mila ai 50mila euro di reddito, che corrisponde alla classe media agiata. Per loro aumenti sulla pensone, dato che la tassazione dovrebbe scendere dal 35% al 27%.
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Mentre rimane stabile al 25% per la fascia immediatamente più bassa, entro i 28mila euro. Con tale schiacciamento, le pensioni saranno più basse rispetto alla media nazionale, ed i pensionati con assegni inferiori diventeranno sempre meno agiati.