Le rivalutazioni in base al tasso d’inflazione arriverà per molti pensionati nell’accredito del mese di febbraio. Cosa cambia
Molti pensionati fanno fatica ad arrivare a fine mese. Specialmente coloro che hanno la pensione minima, l’assegno sociale o una pensione di reversibilità davvero esigua, ed insufficiente a svolgere uno stile di vita dignitoso. Di questo tema si occupa più l’opinione pubblica che la politica, anche perché inizia ad essere sostanzioso, specialmente per gli anziani non autosufficienti, che hanno necessità di assistenza continua. Se le famiglie possono provvedere, ben venga, altrimenti il pensionato verrà lasciato solo a se stesso. Senza trascurare il fatto che il problema più passa il tempo e più diventa corposo. La società italiana è sempre più anziana.
Cresce l’età media e cresce allo stesso tempo l’aspettativa di vita. Dunque necessita una considerazione maggiore per i pensionati, specie per quelli che prendono assegni assolutamente inadeguati a vivere, specie se alle spalle c’è anche un affitto da pagare.
Pensionati 2023, gli assegni per il mese di febbraio
Quest’anno l’indice di inflazione è stato stabilito dal Ministro dell’Economia e delle Finanze al 7,3%, con un decreto specifico. Ciò significa che anche i pensionati potranno usufruire degli adeguamenti al tasso d’inflazione. Il precedente governo Draghi, già negli ultimi mesi del 2022 aveva stabilito un anticipo del 2% per le pensioni. Ed ora, nel 2023, cambiano gli scaglioni sulle perequazioni. Da quattro scaglioni, in base alla pensione, diventano sei:
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- possono beneficiare del 100% dell’adeguamento, dunque il 7,3% pieno, i pensionati con assegno fino a 4 volte la pensione minima, cioè 2.101,52 euro;
- chi ha tra le quattro e le 5 volte la pensione minima riceverà l’85% di adeguamento al tasso di inflazione;
- chi riceve tra le cinque e le sei volte la pensione minima avrà il 53% di rivalutazione;
- tra le sei e le otto volte il 47% della rivalutazione;
- tra le otto e le 10 volte il 37%;
- oltre le dieci volte il 32% dell’adeguamento all’inflazione.
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Nel mese di gennaio solo il primo scaglione, ovvero i pensionati fino a 2.101,52 euro di pensione hanno percepito l’adeguamento. Per tutti gli altri c’è stato un ritardo che sarà sanato nell’accredito di febbraio, con gli aumenti previsti e gli arretrati per il mese di gennaio non percepito.