Dall’inizio dell’anno, i percettori potranno trovare numerosi cambiamenti nei rati mensili del sussidio temporaneo. Di cosa si tratta
Chiuso, nel complesso, il bruttissimo anno 2022, dal punto di vista previdenziale e fiscale si sono altresì esauriti gli effetti economici dei fondi stanziati e distribuiti. D’altronde, sono state – quelle dl 2022 – dodici mensilità particolarmente fameliche di aiuti economici. L’inflazione di inizio anno, eredità non ancora troppo fastidiosa della ripresa del dopo Covid, ha lasciato immediatamente il posto alla crisi energetica e conseguentemente economica generatasi dal conflitto russo-ucraino.
La degenerazione prodotta dai listini del mercato del gas, ma anche del petrolio e non solo, è giunta direttamente nelle case dei cittadini europei, italiani compresi, mediante gli esorbitanti importi delle bollette legate alle utenze domestiche dell’energia. L’inflazione e la sua galoppante corsa hanno fatto il resto alzando i prezzi dei beni di consumo e il costo generale della vita.
La stessa ultima legge di bilancio ha fissato il focus su ciò che ha antipato la manovra di bilancio: il contrasto all’impoverimento delle famiglie a carico di lavoratori e pensionati in difficoltà. Due terzi dei finanziamenti sono stati destinati a foraggiare la proroga di sei mesi sul distacco delle utenze, salvaguardando così il passaggio della stagione invernale; e l’innalzamento del tetto reddituale ISEE per ampliare la platea dei bonus bollette alle famiglie numerose.
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Pertanto il 2023 si è aperto con un articolato programma di rinnovi delle misure. Si parte con l’importantissimo Assegno Unico e universale per i nuclei famiglie con figli minorenni e disabili a carico di lavoratori dipendenti, pensionati e inoccupati, che dal mese di marzo inaugura la seconda annualità di erogazioni, soltanto dopo l’acquisizione delle nuove domande e delle richieste di rinnovo.
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Non meno importante è la rinnovata presenza del Reddito di Cittadinanza, sebbene radicalmente modificato nei criteri di accesso e di durata: soltanto sette mesi di pagamenti e possibile stop anticipato dopo il rifiuto dell’unica proposta professionale da parte del Centro per l’Impiego. Ma gli importi di gennaio potrebbero presentare una sorpresa: sono infatti in arrivo i pagamenti del bonus 150 euro, di competenza novembre, effettuati nei confronti di coloro che non avevano ricevuto l’una tantum nella precedente mensilità.