Cosa sta succedere alle pensioni nel mese di febbraio? Un’anticipazione sugli aumenti previsti nel prossimo mese
Le grandi manovre intorno al mondo previdenziale eassistenziale italiano continuano senza sosta. Le questioni sul tavolo dei legislatori sono quelle legate alle modifiche dell’accesso alla pensione dopo la conclusione della carriera lavorativa e della redistribuzione delle risorse a favore degli assegni pensionistici più bassi.
Due temi estermamente delicati e che investono milioni di cittadini alle prese con gli ultimi anni dell’attività lavorativa o se, già in pensione, con prestazioni previdenziali basse, la maggioranza, del tutto insufficienti a garantire una vita dignitosa a molti titolari. L’inflazione ha dato un duro colpo al potere d’acquisto delle pensioni più basse, da qui la necessità di intervenire per garantire dei livelli minimi dignitosi.
Nel mese corrente hanno avuto l’incremento del 7,3%, pari al 100% dell’inflazione, in base alla rivalutazione prevista dalla legge di bilancio, quelli che ricevono assegni fino a 4 volte al minimo. Al di sopra di questa soglia, la rivalutazione diminuisce al crescere dell’ammontare dell’assegno mensile e non è più pari al 100% dell’inflazione registrata.
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Gli scaglioni previsti dalla normativa contenuta nella legge di bilancio 2023 sono quelli elencati di seguito:
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Non tutte le rivalitazioni previste arriveranno nel mese di febbraio, infatti con molto probabilità quelle relative alle prestazioni più elevate non saranno accreditate prima dei mesi di marzo o addirittura aprile. Ma c’è un altra buona possibilità per le pensioni minime con un età superiore ai 75 anni: le pensioni più basse pari al minimo di 525 euro al mese saranno incrementate fino a raggiungere quasi i 600 euro mensili