Alla morte di un proprio parente l’eredità viene divisa in base a quanto stabilito dalla legge: ecco quali sono i debiti che non gravano sugli eredi
Alla morte di un soggetto tutti i suoi beni vengono divisi in base a quanto disposto nel testamento. In tal modo il testatore può decidere, secondo le proprie volontà, a chi destinare le proprie sostanze. Qualora un valido testamento manchi, si apre la successione ab intestato, ossia quella disciplinata dalla legge e dal codice civile. In questi casi, dunque, i beni del de cuius andranno primariamente al coniuge superstite e ai figli. In assenza, saranno assegnati ai fratelli e le sorelle, poi gli ascendenti.
Tuttavia, la qualità di erede si riveste soltanto con l’accettazione dell’eredità. Soltanto dopo questo passaggio, si subentra a tutti gli effetti nella completa titolarità dell’asse ereditario. L’erede, però, non acquisterà esclusivamente i crediti del defunto ma anche gli eventuali passivi. Proprio per questo, colui il quale è chiamato all’eredità ha sempre diritto di rinunciarvi presentando una dichiarazione scritta ricevuta ad un notaio o al cancelliere del Tribunale.
Debiti ereditari: quali sono e come evitare conseguenze dannose
Quando si accetta l’eredità può succedere che questa sia gravata da numerosi debiti che ovviamente saranno a carico dell’erede. La Corte di Cassazione ha stabilito che con “debiti ereditari” si fa riferimento a quelli esistenti alla morte del de cuius. Sono, perciò, ricompresi anche gli interessi scaturenti dal rapporto debitorio maturati successivamente alla sua morte.
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Non vi rientrano, invece, quelli di natura strettamente personale e quelli intrasmissibili, come, ad esempio, accade per eventuali pene pecuniarie. Tuttavia, è completamente liberato dai relativi passivi colui il quale si trova nella posizione di legatario. Questo perché si tratta di un successore a titolo particolare che non ricopre la qualità di erede.
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Dunque, con l’accettazione dell’eredità, il patrimonio ereditario e quello dell’erede si fondono. Tuttavia, per evitare conseguenze dannose che deriva appunto dall’assunzione dei passivi ereditari, gli eredi possono percorrere due strade diverse:
– Rinunciare all’eredità (entro 10 anni dalla morte del de cuius);
– Accettazione con beneficio d’inventario tenendo separati i due patrimoni. In tal caso l’erede risponderà dei debiti del defunto soltanto in misura ai relativi crediti ereditari e non anche con il proprio patrimonio personale.