Ecco per quante mensilità il percettore dell’indennità riceverà il medesimo importo prima della graduale riduzione. I dettagli
Nel corso dell’anno precedente il tema del lavoro non ha mai abbandonato le cronache fiscali o meno nel dibattito pubblico. Sfiorando direttamente o indirettamente le sfumature di varie questione. In fondo, lo stesso 2022 ha dato adito alla coltivazione di differenti discussioni che hanno acceso il dibattito pubblico; dopo la fresca uscita dalla emergenza sanitaria da Coronavirus, il mondo del lavoro – o almeno quello uscito indenne – ha accelerato il suo processo di normalizzazione.
Dopo uno stop che ha fermato la maggior parte della produzione nazionale, tale da generare un’inflazione “buona”, tipica di un PIL in decollo dopo un certo periodo di recessione, è giunto la data del 24 febbraio 2022, giorno di inizio delle ostilità russo-ucraine, le quali hanno dato avvio alla ben nota crisi energetica del gas, e trasformando la suddetta inflazione in una corsa galoppante al rialzo dei prezzi sui beni di consumo.
Naspi, ecco quando comincia a diminuire l’assegno mensile
Nonostante l’intensa politica di bonus economici, di fatto, numerose aziende sono state costrette a chiudere i battenti per le insostenibili spese dei costi dell’energia, mentre nelle cause aumentano gli importi delle bollette riguardanti le utenze domestiche. Eppure, esse rappresentano ancora una metà del problema complessivo; l’altra metà – come detto – è fagocitata dalla spinta a due cifre percentuali dell’inflazione.
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Dal 1° gennaio 2023, la legge di bilancio del governo Meloni ha traghettato alcune misure previdenziali al rinnovo dei pagamenti da parte dell’INPS. Tra queste, è annoverato il Reddito di Cittadinanza, sebbene sia stato radicalmente modificato nei suoi criteri di accesso e di durata (le erogazioni si protraggono per soli sette mesi); e senza alcuna proroga per il 2024. Al contempo, invece, la Pensione di Cittadinanza e l’Assegno Unico e universale per le famiglie dei lavoratori sono state prorogate nella loro integrità.
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I disoccupati, ex dipendenti, che da pochissimo hanno perso il posto di lavoro per licenziamento involontario, possono ancora una volta usufruire dell’indennità di disoccupazione NASPI. Richiedibile già dall’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro, essa ha una durata variabile a seconda di quanto stabilito dal contratto nazionale di categoria appartenente. Il fattore uguale per tutti è che per i primi sei mesi l’assegno mensile è pari al 75 per cento della media dello stipendio in busta paga degli ultimi quattro anno; dal settimo mese in poi, la rata si riduce del 3 per cento di mese in mese.