Tutte le somme delle quali si avrà diritto per tutto l’anno ad integrazione del sostegno economico alle famiglie non partiranno ora. Cosa succede
Dal mese di gennaio del nuovo sono partite da subito tutte le misure economiche messe in campo dallo Stato per affrontare la trascinante crisi energetica ed economica che si vive da parecchi mesi. O perlomeno sono state attiva le relative prassi previdenziali che occorrono per regolarizzarsi, in qualità di aventi diritto, e farsi trovare pronti al momento “inaugurale” delle erogazioni.
Si parla di misure i cui fondi previsti per l’anno precedente sono stati ovviamente esauriti e spesi, e che hanno cercato di calmierare le difficoltà economiche a carico dei nuclei familiari di lavoratori e pensionati colpiti precedentemente da condizioni di povertà pregressa, o dal conseguente e progressivo impoverimento degli eventi. La persistente inflazione ha indotto dunque al rinnovo su determinate scelte di sostegno, anche se non senza qualche cambiamento.
Tra le misure economiche ereditate dallo scorso anno non manca nemmeno il Reddito di Cittadinanza. Tuttavia, è oramai noto come esso sia approdato al 2023 con una radicale riformulazione, nei criteri di accesso e di durata. I pagamenti, per i nuovi percettori, si prolungheranno per soli sette mesi e poi lo stop; oltre all’unica proposta professionale offerta dal Centro per l’Impiego, rifiutata la quale dal lavoratore, subentra l’interruzione degli assegni in anticipo.
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E la certezza che dal 2024 il RdC non ci sarà più. Mentre la Pensione di Cittadinanza viene regolarmente assegnata ed erogata con i suoi relativi pagamenti continuativi, giunge al rinnovo anche l’Assegno Unico e universale per le famiglie a carico dei lavoratori dipendenti. Il versamento degli assegni ai figli minorenni o disabili a carico anche dei pensionati e degli inoccupati giunge così alla sua seconda annualità.
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Se qualcuno, in queste settimane non ha trovato né somme o aumenti, la ragione di tale mancanza è molto semplice. Le nuove erogazioni partono dal prossimo marzo; le domande di rinnovo devono essere inoltrate entro il 1° marzo (il rinnovo infatti non è automatico). Inoltre, la domanda va corredata di un nuovo modello DSU per la dichiarazione ISEE nel caso in cui sia intercorsa una variazione reddituale durante il 2022 che abbia prodotto conseguentemente lo spostamento dello scaglione corrispondente. Pertanto, gli ulteriori aumenti sull’assegni conseguiti per il relativo abbassamento dell’ISEE si riceveranno con il primo assegno della seconda annualità, cioè il prossimo mese di marzo.