In arrivo l’incremento sicuro che adeguerà gli importi del trattamento pensionistico all’inflazione sul costo della vita. I dettagli
Si chiude un anno (pessimo, come il 2022) e se apre un altro. Poco cambia che sia il nuovo anno o un mese successivo. Da un punto di vista fiscale è il calendario della previdenza ad inaugurare l’annualità solare del contribuente, ed il primo appuntamento in assoluto è rappresentato dalla consegna del trattamento pensionistico INPS presso gli uffici postali: gli anziani percettori, come di consueto, seguono la convocazione secondo i giorni stabiliti per ordine alfabetico dei cognomi.
Nonostante tutto, il precedente anno non si è chiuso poi tanto male per il popolo delle pensioni: particolarmente per i redditi più bassi – poiché in difficoltà sul sostegno del tenore rincarato dall’inflazione e dalle bollette – è giunto, a colpi di decreto, l’incasso del bonus da 200 euro prima, e il bonus 150 euro a seguire. Gli stessi che sono stati incamerati da una parte dei lavoratori e dei percettori di sussidi e indennità.
Pensioni, incrementi sui cedolini previsti in questo mese
Ancora una volta a seguito dell’approvazione di un decreto d’urgenza, il governo Draghi ha varato un provvedimento del tutto inconsueto sul piano istituzionale: ovverosia, l’anticipo parziale dell’annuale adeguamento ISTAT degli importi pensionistici in base agli indici dei prezzi al consumo, solitamente atteso in una soluzione unica entro il primo trimestre dell’anno successivo. Un’iniziativa questa, volta a contrastare l’ancora oggi perdurante corsa dell’inflazione, segmentando la già elevata pressione sulle casse dello Stato.
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Dallo scorso ottobre, sui cedolini è approdato un incremento su base percentuale previsionale del 2 per cento, distribuita secondo gli scaglioni reddituali dei pensionati. Ma si è trattato di un primo incremento poiché dal 1° gennaio 2023, è stato elaborato un secondo indice – questa volta su base percentuale effettiva – a completamento del piano di rivalutazione statistica: il MEF ha infatti autorizzato l’indice pari al 7,3 per cento come ulteriore rialzo degli importi.
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Dal prossimo febbraio, si avranno nuove pensioni minime: il rateo mensile passa da 525 euro a 600 euro. Ma soltanto per i pensionati over 75; ma su questi ultimi viene applicata una rivalutazione perequativa che porterà mensilmente altri 97 euro. Mentre per quanto riguarda l’adeguamento ISTAT dei restanti, solo gli assegni che non superano quattro volte il minimo spetta la misura completa, al cento per cento; dunque, fino a 2.101,52 euro al mese. Tra quattro e cinque volte il minimo lordo, la rivalutazione è pari all’85 per cento; tra cinque e sei volte, del 53 per cento.