La Legge di Bilancio 2023 ha modificato alcuni requisiti per andare in pensione nel 2023: vediamo cosa cambia quest’anno
Quello delle pensioni continua ad essere uno dei temi caldi nel nostro Paese. Ogni anni centinaia di migliaia di lavoratori che stanno per lasciare il mondo del lavoro devono destreggiarsi tra nuove leggi e regole per godersi il meritato riposo. Per quanto riguarda il 2023, la Legge di Bilancio ha apportato varie modifiche per lasciare il mondo del lavoro.
La novità più importante riguarda sicuramente l’introduzione di Quota 103 che consente l’uscita dal mondo del lavoro ai nati entro il 31 dicembre 1961 che maturano 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023. La Legge di Bilancio ha poi rinnovato l’Ape Sociale e Opzione Donna, anche se quest’ultima misura è stata depotenziata.
Per quanto riguarda la pensione anticipata, nel 2023, occorrono sempre 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi le donne a prescindere dall’età anagrafica. Per conseguire la pensione di vecchiaia, invece, occorrono 67 anni unitamente ad almeno 20 anni di contribuzione: non è prevista l’applicazione di alcuna finestra di slittamento.
LEGGI ANCHE: Pensione di invalidità 2023 | Cifre, novità e come cambia
Tramite Quota 103, invece, si potrà uscire dal mondo del lavoro con 62 anni e 41 anni di contributi se i requisiti sono raggiunti entro il 31 dicembre 2023. Resta ferma la finestra mobile di tre mesi per i lavoratori del settore privato e di sei mesi per il settore pubblico. Quota 103 è però accompagnata da un tetto alla misura del trattamento pensionistico erogabile: cinque volte il trattamento minimo sino al raggiungimento dell’età pensionabile.
LEGGI ANCHE: Quando e perché viene tolta la pensione di reversibilità
Il governo Meloni ha anche prorogato l’Ape Sociale che si consegue, anche per il 2023, con un minimo di 63 anni di età con 30 anni di contributi e 36 anni nelle attività «difficoltose e rischiose». Rientrano nell’Ape Sociale anche i disoccupati con esaurimento integrale dell’indennità di disoccupazione; gli invalidi civili almeno al 74% e i caregivers.
Infine è stata prorogata anche Opzione Donna: vi possono accedere le lavoratrici con 60 anni e 35 anni di contributi raggiunti entro il 31 dicembre 2022 ma solo se rientrano in tre specifici profili di tutela. Parliamo dei caregivers, delle invalide civili almeno al 74% e le lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa.