Nella normativa che regolamenta gli abusi edilizi c’è una legge utile a salvare il caseggiato ritenuto abusivo. Di cosa si tratta
L’anno 2023 appena aperto non sarà certamente l’anno delle soluzioni definitive, ma di sicuro non mancano le reazioni per modificare l’andamento di quelle circostanze prodottesi durante l’anno precedente. La crisi energetica si è trasformata in tempi molto rapidi nella ennesima crisi economica sulle spalle delle famiglie di lavoratori e pensionati in difficoltà, con bilanci domestici pericolosamente erosi.
Tra le deludenti aspettative trainate dai dati del declino, sono stati fagocitati anche i desideri e i progetti di vita assolutamente fisiologici tra i giovani e le neo famiglie: si sta parlando del desiderio di avere una casa, una prima abitazione presso la quale costruire una vita autonoma ed eventualmente predisposta ad accogliere un figlio. Il fattore della perdurante inflazione ha acuito le difficoltà a centrare questo ed altri obiettivi.
D’altronde, nel 2023 la dilagante inflazione non accenna a diminuire, anzi si affaccia verso l’imminente futuro per mezzo di una nuova accelerazione della sua corsa prevista a due cifre percentuali. Questo elemento ha drammatica dipeso le sorti di molti progetti personali: dopo la stasi della scorsa primavera, i tassi di interesse sono tornati ad aumentare a causa del rialzo deciso dalla Banca Centrale Europea in autunno, mettendo a rischio la restituzione delle rate di molti mutui.
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Intorno all’ambito immobiliare, sono i tempi di crisi a suggerire le alternative; in primo luogo, la più nota è la scelta dell’affitto in sostituzione dell’acquisto di una casa. Se in fondo nei gangli della normativa sono presenti regole che consentono di prendere possesso con un usufrutto anche di un terreno (con immobile) abbandonato, è ancor meno noto il fatto che si può salvare da demolizione certa un caseggiato ritenuto parzialmente abusivo.
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Si può infatti convertire l’ordine esecutivo emesso dal Comune con una pena pecuniaria, rilasciata nella promessa di effettuare interventi per rimuovere quelle opere realizzate in parte fuori dai canoni previsti dalla legge. La rimozione, ovviamente, viene sostenuta dagli stessi responsabili dell’abuso. Ad essa, l’Amministrazione decide di affiancare una sanzione equivalente al doppio del valore venale per le opere edificate ad usi diversi da quello residenziale; nell’ordinanza, viene quantificato anche il tempo necessario per il ripristino delle norme abitative, oltre il quale la demolizione diventa esecutiva.