Al momento del grande passo, le nozze, si deve fare anche un’altra scelta. Se il matrimonio si desidera in comunione o separazione dei beni
Può sembrare poco romantico, e poco rappresntativo del matrimonio da favola che molte persone, purtroppo specialmente di sesso femminile, desiderano. Ma uno degli obblighi prima di convolare a nozze è scegliere se lo si vuole fare in comunione o separazione dei beni. Questo passo è molto importante e deve essere ragionato con cura, perché potrebbe inficiare gli anni a venire, specie in caso di seconde nozze o di separazione e divorzio.
Ovviamente non è carino pensare che un matrimonio finirà prima di averlo iniziato, ma è bene tutelarsi per tempo. Ad esempio, anche durante il matrimonio, nel caso di comunione dei beni, se uno dei due coniugi ha forti debiti per cui si attiva la procedura di pignoramento, anche i beni del coniuge potrebbero essere intaccati, specie quelli acquistati con conto corrente comune dopo il matrimonio.
La comunione dei beni consente di disporre del denaro del coniuge, ed è comoda per le operazioni bancarie se l’altro coniuge non lavora. Sostanzialmente significa che tutti i beni acquisiti dopo il matrimonio diventano proprietà comune. Ma può complicare molto in caso di separazione, divorzio. Diventa difficile stabilire cosa appartiene a chi e le cause diventano molto più costose e lunghe. Sono esclusi dalla comunione dei beni:
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Tutti gli altri beni, ad eccezione di quelli esclusi, possono essere tirati in causa nel caso di provvedimento di pignoramento. Nel caso della separazione dei beni invece, la distinzione tra “ciò che è mio e ciò che è tuo” è molto più semplice, ed anche in caso di debiti, il creditore, che sia un privato o lo Stato, non può rivalersi sul coniuge. La separazione dei beni è gratuita se viene fatta prima del matrimonio. Costa 500 euro presso un notaio a matrimonio avvenuto.