Irpef 2023 | Come cambiano scaglioni e aliquote

Nel 2023 il Governo sta ragionando sui nuovi scaglioni Irpef, che equivarranno a imposte progressive in base al reddito dei cittadini

irpef 2023 4 scaglioni
Tasse (Foto Pixabay – pensioniora.it)

L’Irpef è l’acronico di imposta sul reddito delle persone fisiche. Dunque dovrebbero essere escluse le persone giuridiche, ovvero le società. Ma non totalmente. Le società di capitali, sove sono i soci a versare le imposte possono approfittare dell’Irpef. Ogni anno milioni di contribuenti si recano presso professionisti, Caf o altri centri di assistenza fiscale per compilare la dichiarazione dei redditi, a cui segue il pagamento delle imposte e delle tasse. Buona parte di esse provengono dal reddito da lavoro. Difatti il lavoro dipendente in Italia è tra i più tassati d’Europa.

Per questo quest’anno il Governo Meloni ha introdotto nella Finanziaria, o meglio, Legge Bilancio, del 2023 l’abbassamento del cuneo fiscale. Solo che a contribuzione minore equivale anche minor accantonamento dei contributi per la pensione. Dunque questo è un meccanismo del “meglio un uovo oggi che una gallina domani”.

Irpef 2023, gli scaglioni di reddito

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Tasse (Foto Pixabay – pensioniora.it)

Sostanzialmente la Legge Bilancio per il 2023 ha riconfermato gli scaglioni del 2022, che avevano subito modifiche rispetto ai precedenti. Le aliquote si basano su 4 fasce di reddito. Fino al 2021 erano 5 fasce di reddito. Gli scaglioni del 2022, che rimarranno stabili nel 2023, sono così articolati:

  • il primo scaglione riguarda i redditi fino a 15mila euro ed è tassato con aliquota al 23%;

  • il secondo scaglione coinvolge i redditi da 15mila euro a 28mila euro, tassati con aliquota al 25%;

  • il terzo scaglione va dai 28mila euro ai 50mila euro di reddito, con aliquota tassata al 35%;

  • il quarto e scaglione, l’ultimo, è per i redditi da 50mila euro in poi, tassati con aliquota al 43%.

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Quello che si evince immediatamente è che a schiacciare l’Irpef verso il basso è il secondo scaglione, che può arrivare a reddito doppio rispetto al primo, ma con aliquota del solo 2% in più. Dunque, come già si era lamentato lo scorso anno, sono i redditi più bassi a rimanere maggiormente penalizzati. Mentre la middle class, quella da cui ci si aspetta una crescita dei consumi, viene maggiormente favorita. Il Governo Meloni, anche se non ha apportato modifiche, intende probabilmente ad un’ulteriore riduzione degli scaglioni, passando da 4 a 3.

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