Ecco quali sono i soggetti che secondo la sentenza della Cassazione riceveranno le somme indebitamente richieste. I dettagli
L’anno 2023 ha certamente ereditato gli effetti e le conseguenze delle circostanze storiche, di natura economica e sociale, verificatesi l’anno precedente. Dunque, nonostante l’esaurimento delle risorse erogate per sopperire ai danni collettivi provocati dalla crisi energetica, giunta direttamente nelle case dei cittadini con i noti aumenti nelle bollette delle utenze domestiche, oggigiorno le iniziative istituzionali sono volte a risollevare i bilanci familiari più critici.
L’ultima legge di bilancio approvata ha messo a disposizione due terzi dei fondi statali per attivare i due principali interventi stimolati per contrastare il progressivo impoverimento dei nuclei familiari a carico di lavoratori e pensionati: la proroga di sei mesi sul distacco delle utenze domestiche per salvaguardare il passaggio della stagione invernale; l’incremento del tetto reddituale ISEE a favore delle famiglie numerose.
La conversione della crisi energetica in crisi economica è stata rapida. L’aumento generalizzato dei prezzi al consumo e un complessivo aumento del costo della vita sono stati foraggiati dalla corsa galoppante dell’inflazione, affacciatasi al 2023 con la previsione di un’accelerazione a due cifre percentuali. Essa ha presto contaminato i progetti di vita di molte persone o giovani coppie: come ad esempio nell’acquisto di una casa.
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La richiesta di mutui presso gli istituti di credito è crollata dopo il rialzo dei tassi di interesse deciso dalla Banca Centrale Europea nell’autunno scorso. Per converso sono schizzate le richieste degli affitti. Quindi, per i più fortunati si può parlare di IMU, ovverosia l’imposta sulle seconde abitazioni od immobili particolari (ville, case di lusso) oppure locali al di fuori della pertinenza.
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L’oggetto che ha recentemente coinvolto l’imposta comunale riguarda l’esenzione per le coppie sposate o unite civilmente. Alla ribalta, tale provvedimento è stato deciso in base alla sentenza della Corte Costituzionale datata il 13 ottobre 2022. Essa ha generato una cascata di ricorsi per richiedere il relativo rimborso delle somme già versate. I soggetti coinvolti sono i coniugi che hanno residenza e dimora in due luoghi diversi. Con la sentenza 209 viene eliminata quella discriminazione rispetto alle coppie di fatto, scaturita dalla doppia esenzione per coniugi e uniti civilmente. Con ciò i rimborsi patiranno da subito a seguito della richiesta presso i Comuni, ma già si parla di prescrizione per la prima rata di giugno.