Si può aderire a più di un fondo pensioni. Tuttavia prima di fare tale scelta è bene conoscere i vincoli e verificarne la convenienza
Mentre molte persone, specialmente giovani, si chiedono se avranno mai le pensioni, alcuni lavoratori, specie quelli esperti sugli investimenti di capitali, hanno più di un fondo pensione attivo. Il che comporta un accumulo maggiorato dei contributi e del capitale, che poi va a finire nell’importo finale pensionistico. A parere degli esperti di alta finanza, possono essere differenti i motivi per accedere a due o più fondi pensione, tra cui quello di avere la prestazione finale in forma di capitale al 100%.
Tuttavia anche in questo caso ci sono dei limiti. Difatti si può avere la prestazione finale sotto forma di capitale al 100% solo se, convertendo il 70% della posizione individuale, si ottenga una rendita annua di importo inferiore al 50% dell’assegno sociale INPS, che per quest’anno è stabilito in cifra di 460,28 euro per 13 mensilità, corrispondenti a 5.983,64 euro all’anno.
Pensioni, quando se ne può avere più di una
Ed il discorso precedente riguarda chi spontaneamente aderisca a più di un fondo pensione. Tuttavia anche l’INPS stessa può erogare più di una pensione. L’ordinamento italiano non vieta che si abbiano due prestazioni previdenziali. Ad esempio la pensione di vecchiaia e la pensione di reversibilità. Che in alcuni casi sono interamente cumulabili. La pensione di reversibilità si acquisice di diritto al decesso del coniuge pensionato. Ma questo non impedisce al cittadino di avere reddito da lavoro o da pensione.
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Tuttavia anche la compatibilità di queste due pensioni ha un limite. Se la pensione di vecchiaia è al di sopra di un tetto prestabilito, quella di reversibilità viene ridotta, in misura percentuale in base a quanto si percepisce di pensione o stipendio. La misura della riduzione al 2022 seguiva questo schema:
- il 25% in meno per i redditi che superano i 20.489,82 euro l’anno, corrispondenti a 3 volte l’importo del trattamento minimo Inps per il 2022;
- il 40% in meno per i redditi da pensione o da lavoro superiori a 4 volte l’importo minimo, ovvero 27.319,76 euro l’anno;
- riduzione del 50% per i redditi che superano le 5 volte il trattamento minimo, corrispondente a 34.149,70 euro l’anno.