La mancanza di un contratto regolare tra il locatore e l’affittuario può costituire un pericolo di incorrere in pesanti sanzioni normative. Ecco quali
L’anno che si è appena concluso ha visto la nascita e l’acuirsi della più grave crisi energetica verificatasi in Europa dal secondo dopoguerra. Le drammatiche dinamiche riversatesi sulla dipendenza energetica del vecchio continente si sono tradotte nei rincari sulle bollette delle utenze domestiche a diretto danno dei cittadini, in particolare nei contesti familiari di lavoratori e pensionati in difficoltà.
Che si tratti di condizioni di povertà pregressa già sofferta o del contestuale impoverimento progressivo delle famiglie, poco importa, poiché l’insistente inflazione – pronta ad affacciarsi al 2023 con una nuova accelerazione pari a due cifre percentuali – sta contribuendo ad una significativa erosione dei bilanci domestici, alle prese non sono con gli aumenti di gas e luce ma per un generalizzato caro vita.
In altri termini, la crisi dell’energia non ha tardato a trasformarsi nella ennesima crisi economica che attraversa il quadro internazionale con ripercussioni sul piano locale. A tal punto, la connotazione, inizialmente assunta sulle conseguenze nei listini del greggio e della benzina, è approdata oggi alla radice dei basilari desideri e progetti di vita comuni a molti giovani cittadini o neo coppie: come l’acquisto di una casa.
La scure inflazionistica si è dunque abbattuta sui tassi di interesse, ossia nell’ambito della ricerca dei finanziamenti o dei mutui per un’abitazione di proprietà. Dopo la stasi dei rincari sui tassi avuta luogo nella scorsa estate, infatti, a partire dall’autunno la Banca Centrale Europea ha incrementato le percentuale con ovvie ricadute sulla richiesta di liquidità agli istituti di credito; e trasformando potenziali proprietari di casa in affittuari.
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Il boom degli affitti parallelo alla crisi dei mutui ha generato dunque un nuovo mercato. Entro, naturalmente, le prerogative della legge, ossia secondo regolari contratti di locazione. Considerando la non risibile diffusione degli affitti a nero, bisogna rammentare quali sono i rischi sia per la proprietà che per il locatario rispetto ad un accordo informale e irregolare. L’evasione dell’imposta di registro e dell’imposta sui redditi nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, presuppone che un qualsiasi contratto non registrato (la registrazione è a carico del locatore) sia nullo e non produce effetti.
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Il proprietario potrebbe imporre all’inquilino la liberazione dei locali prima della scadenza effettiva e quest’ultimo non potrà mai rivalersi di fronte ad un giudice, in assenza di valore legale del contratto. In nome della responsabilità solidale, se l’inquilino non procede alla registrazione, a causa dell’inerzia del conduttore, può anch’egli rispondere delle importanti sanzioni applicate dall’Agenzia. Sebbene con qualche piccola penalità, è comunque valida la registrazione tardiva, ossia dopo 30 giorni dalla data di stipula del contratto: essa ha infatti effetto retroattivo.