Brutte notizie per coloro che intendono affittare casa, nel 2023 sarà introdotto un nuovo obbligo: di cosa si tratta e cosa bisogna sapere
Negli ultimi anni trovare una casa in affitto è diventato davvero complicato, non soltanto per le famiglie ma anche per gli studenti e i lavoratori pendolari. Senza contare che i prezzi diventano sempre più inaccessibili e spesso non del tutto proporzionati al valore dell’immobile che si intende affittare. Inoltre, molti proprietari preferiscono locare la propria abitazione ad uso turistico, in particolar modo nelle città d’arte, meta di mare o di montagna.
Attualmente, la regione con i canoni di locazione più alti è la Lombardia con circa 15,4 euro/mq. A seguire, poi, troviamo la Toscana, la Valle d’Aosta, il Trentino-Alto Adige, il Lazio e l’Emilia-Romagna. Le regioni più economiche, invece, risultano essere la Calabria, l’Umbria e il Molise.
Nel 2023 nuove regole per gli affitti: tutte le novità
Agli aumenti del canone di locazione, nel 2023, si aggiunge anche un nuovo obbligo per coloro che vorranno affittare casa. A partire dal primo gennaio, infatti, sarà introdotta un’ulteriore stretta sugli affitti brevi. Ciò a causa della estesa illegalità che opera in questo settore. Dunque, molto presto, scatterà una nuova regola in base alla quale bisognerà comunicare al fisco i codici fiscali dei locatori, i redditi percepiti, il numero di transazioni effettuate e le informazioni catastali degli immobili dati in affitto. Tali dati dovranno essere inviate entro la fine del mese di gennaio del 2024. Le modalità saranno presto stabilite dai vertici dell’Agenzia delle Entrate.
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Tuttavia, nell’attesa di una banca dati, alcune regioni hanno predisposto già alcune modalità per riuscire a mappare tutti gli immobili destinati agli affitti brevi. Infatti, la Lombardia, la Campania, il Piemonte, la Puglia e il Veneto, a partire dal 2023, assegneranno un codice obbligatorio a tali immobili per riuscire ad avere un quadro completo della situazione. Nel frattempo, gli operatori online si stanno già muovendo richiedendo agli host di aggiungere i dati mancanti ai loro profili. Decorsi sessanta giorni dalla richiesta, in assenza di risposta, le piattaforme avranno l’obbligo di bloccare coloro i quali non abbiano inserito le informazioni necessarie.