Non arrivano buone notizie per quanto riguarda il mercato immobiliare: la Bce ha aumentato i tassi di interesse
Un nuovo anno è ormai iniziato e con esso sono ricominciati i progetti ed i sogni degli italiani. Uno dei sogni di tanti cittadini del nostro Paese è sicuramente quello di acquistare casa. Possedere una casa di proprietà significa infatti non doversi preoccupare più di pagare l’affitto o di essere sfrattati dal padrone di casa.
Non tutti, ovviamente, riescono ad acquistare facilmente l’abitazione dei propri sogni e, spesso, si ricorre ad un mutuo. Tramite un mutuo il cittadino potrà pagare la maggior parte dell’importo della propria abitazione a rate direttamente presso la sua banca di fiducia. Sfortunatamente, però, il 2023 porta anche un rialzo dei tassi legati al mutuo.
Mutuo casa: tassi in aumento per il 2023
Gli aumenti dei tassi di interesse dovuti al mutuo derivano dal fatto che la Banca Centrale Europea sta alzando il costo del denaro per frenare l’inflazione. Questo si ripercuote sul mercato immobiliare e in particolare sugli aumenti per i mutui per il 2023. Per la prossima primavera la BCE potrebbe alzare ancora il tasso che si attesterebbe al 3%.
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Così facendo il parametro di indicizzazione dei variabili, ovvero l‘Euribor, si attesterà al 4%; i mutui fissi sono legati invece all’andamento dell’Eurirs, che sta facendo su e giù negli ultimi mesi. Ne consegue che in questa fase conviene più aprire un mutuo a tasso fisso perché così si eviteranno i rialzi attesi nei prossimi mesi.
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L’ultimo rialzo del costo del denaro stabilito dalla Bce comporta un incremento dei tassi sui depositi pari a +2,5% a partire dallo scorso 21 dicembre. È possibile che a breve i mutui a tasso fisso siano addirittura meno costosi dei variabili. L’effetto dei rialzi porta anche a un aumento delle surroghe, mentre calano gli importi medi richiesti.
Facendo un esempio pratico, oggi un giovane under 36 per la prima casa pagherebbe un TAN di 1,15% e una rata mensile di 747 euro, pari ad un aumento mensile del 5% e a 7.700 euro in più in 20 anni. L’aumento di fine anno dei tassi, poi, porterà a un ulteriore aumento del 0,5%, azzerando la differenza con i tassi sui mutui fissi.
Se da un lato il 2022 è stato un anno molto buono per le compravendite, il 2023, invece, sarà segnato da un calo delle transazioni a causa dell’impennata dei mutui. Per il nuovo anno si prevede una diminuzione delle vendite su base annua del 13%.