Come migliorare la condizione di chi sta per terminare la Naspi e non trova un’occupazione, una situazione comune
La durata della Naspi è pari alla metà del numero di settimane contributive accumulate negli ultimi 4 anni di lavoro, ma comunque non oltre i 24 mesi. L’importo è del 75 per cento della retribuzione media mensile e si riduce del 3 per cento per ogni mese a decorrere dal sesto mese di erogazione, riduzione che parte dall’ottavo mese qualora il disoccupato abbia raggiunto i 55 anni di età.
Quindi la Naspi ha una durata determinata e un importo che tende inevitabilamente a calare nel corso del tempo, riducendosi sensibilmente negli ultimi mesi di erogazione. La corresponsione dell’indennità inoltre è collegata alla sottoscrizione della dichiarazione della piena disponibilità verso eventuali nuove offerte lavorative, ma le difficoltà nella ricerca di nuove occupazioni restano intatte.
Come accennato la durata della Naspi non oltrepassa i 24 mesi dunque la necessità di entrare in circuiti formativi o di aggiornamento professionale resta urgente e non deve essere dimenticata. Perché purtroppo le opportunità per chi ha difficoltà nella ricollocazione lavorative restano poche. Uno dei problemi per i disoccupati è proprio collegato alla distanza tra domanda e offerta di lavoro.
Le politiche attive sul fronte della riqualificazione professionale restano deficitarie e poche aziende offrono la possibilità di formazione soprattutto per personale non più giovane. Sul fronte dei sostegni pubblici le opportunità dopo la Naspi sono pressoché nulle. Al momento esiste ancora il Reddito di cittadinanza, la cui durata nel corso del 2023 è stata ridotta a soli 7 mesi. Ma che verrà del tutto abolito dal 2024.
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Inoltre va ricordato che al primo rifiuto di proposta lavorativa, il sostegno viene immediatamente revocato. Al momento oltre la partecipazione ai programmi di riqualificazione professionale di regioni e comuni e all’iscrizione delle liste di disoccupazione non resta altro. In prossimità dei 63 anni si può verificare il possesso dei requisiti per l’accesso all’Ape sociale, cioè per l’anticipo pensionistico.
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Altre soluzioni o indennità non esistono se non l’avvio di attività autonome con partita iva per le quali richiedere incentivi e finanziamenti. Non resta dunque che attivarsi prima della conclusione del periodo di sussidio e orientarsi verso la formazione o il lavoro autonomo.