Queste sono le sgradevoli circostanze che possono indurre alla revoca di buoni fruttiferi personali e delle loro somme. I particolari
Mentre ci si appresta a congedare definitivamente questo spiacevole anno, da pochi giorni – davvero da pochi – sono sostanzialmente conclusi i rituali “laici” che accompagnano le giornate verso il Natale. Si pensa immediatamente alla corsa ai regali, alla vera e propria maratona che abbraccia tanto le grandi arterie dello shopping cittadino, quanto lo sterminato universo delle grandi piattaforme commerciali on line.
Ma a queste tradizionali istanze, ne va aggiunta anche un’altra: la spedizione dei pacchi regali. Il riferimento non è a Babbo Natale, no; le famiglie – le parentele – divise spesso da centinaia e centinaia di chilometri, si ricongiungono simbolicamente ricevendo entro la notte natalizia il plico postale con all’interno i doni per la serata, recapitato direttamente a domicilio. Uno dei tanti servizi di Poste Italiane, nel tempo dei frequenti trasferimenti dei giovani componenti di una famiglia.
Buoni fruttiferi, il rimborso va richiesto entro questo termine
Quello delle spedizioni (insomma, incluse le raccomandate o semplici comunicazioni “imbucate” nella cassetta postale) è certo una delle peculiarità principali della quale Poste Italiane ha ricevuto da centosessant’anni la “concessione” dello Stato, ma il punto di forza di un’azienda che ha accompagnato i cambiamenti della società italiana, risiede altrove: ovverosia, nella gestione dei piccoli e medi risparmi delle famiglie e di singoli cittadini.
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Sin dalle origini, infatti, Poste si è dotata di strumenti divenuti “storici”, sopravvissuti fino ad oggi al tempo, grazie alla capacità di rinnovarsi, sebbene non senza il fondamentale supporto della tecnologia. Strumenti quali il libretto dei risparmi postale e i buoni fruttiferi non conoscono crisi di sottoscrizioni tra i nascenti nuclei familiari, forti della garanzia sui capitali offerta dallo Stato, tramite Cassa Depositi e Prestiti.
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I buoni fruttiferi, semplici da gestire poiché – in fondo – il monitoraggio non richiede dispendioso tempo da dedicare (la somma resta “impegnata” per anni nelle casse postali), permettono di ottenere delle discrete rendite sfruttando sovente la maturazione del figlio, giunto alla maggiore età a riscuotere il saldo. Ma i lunghi tempi dei rendimenti possono spesso causare la dimenticanza da parte dei titolari o – sì – dei loro parenti: può capitare nel caso di un decesso, o in altre circostanze di ignorare un buono per dieci anni oltre la scadenza. Quest’ultimo è il termine entro il quale il risparmiatore può richiedere il rimborso; oltre i dieci anni, scatta la prescrizione della somma e dei suoi interessi.