Con l’inizio del nuovo anno, sono in arrivo anche tanti aumenti e cambiamenti: ecco quando entreranno in vigore per l’assegno unico.
Come previsto e soprattutto come non si fa altro che dire da settimane, con l’inizio del nuovo anno potremo godere di numerosi aumenti e soprattutto ghiottissimi aiuti. L’intento del governo, infatti, è proprio quello di aiutare la popolazione nel contrastare la povertà sempre più presente nelle nostre vite a causa dell’aumento del caro bollette e dell’inflazione.
In particolare, tra i vari assegni che subiranno una modifica nel corso del 2023, troviamo anche l’assegno unico: tra riconteggi e formule, infatti, ecco cosa dobbiamo aspettarci con l’inizio del nuovo anno. Per scoprire quali cambiamenti ci aspettano, non dovete fare altro che leggere insieme a noi di PensioniOra.
Il nuovo anno è appena iniziato eppure le notizie di certo non si fanno attendere. Al primo posto, tra le questioni più chiacchierate, troviamo senza dubbio quella che riguarda le Maggiorazioni che alcuni di noi potrebbero ricevere per riuscire a contrastare l’inflazione e il caro bollette. In particolare, soffermiamoci su quelli che potrebbero essere gli aumenti dell’Assegno unico figli con il 2023.
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Come ben sappiamo, quando parliamo dell’Assegno Unico, facciamo riferimento a un sussidio rivolto proprio alle famiglie italiane con figli a carico. E sono proprio loro, tra i tanti, che potranno godere di un conteggio nuovo e soprattutto di aumenti molto significati nella somma percepita ogni mese. In particolare, le maggiorazioni riguarda quelle famiglie che hanno figli con età inferiore a un anno, o ancora quelle con nuclei molto numerosi e con figli tra l’uno e i tre anni. Nello specifico, le percentuali previsto sono le seguenti.
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Tra gli aumenti previsti con l’inizio del nuovo anno per quanto riguarda l’assegno unico, troviamo il 50% in più per coloro che hanno almeno quattro figli (dunque si arriva così a 150 euro). il 50% anche per i nuclei familiari numerosi con tre o più figli a carico tra l’uno e i tre anni, a patto che l’ISEE non risulti essere superiore ai 40.000 euro. E per finire, il 50% anche per coloro che hanno figli con età inferiore all’anno di vita e con margini specifici in base alla fascia di ISEE di appartenenza.