Oggi concentriamo sull’argomento dell’Ape sociale 2023: scopriamo insieme alcuni di quei limiti che in realtà non molti conoscono
Ebbene sì, tra le tante novità e cambiamenti previsti per il nuovo anno, non possiamo fare a meno di soffermarci anche su quelle che avranno a che fare con l’Ape Sociale. Secondo quanto stabilito dalla Legge di Bilancio, infatti, questa riforma è stata prorogata ma soprattutto ciò è avvenuto senza alcuna modifica. Ma cerchiamo di capirne di più.
Nel corso del 2023, come ben sapete, saranno tante e soprattutto numerose le novità a cui dovremo abituarci. Senz’altro la maggior parte di queste sono state pensate proprio per andare incontro alla popolazione italiana in un momento così critico da un punto di vista economico come quello che stiamo vivendo. Ma, adesso, cerchiamo di soffermarci nello specifico sulla proroga dell’Ape sociale e su alcuni limiti che non tutti forse conoscono.
Come prima cosa facciamo un piccolo passo indietro, e ricordiamo di cosa parliamo quando facciamo riferimento all’Ape Sociale. Si tratta, in parole povere, di una riforma inserita nella Legge di Bilancio e che è rivolta nello specifico a tutti coloro che sono nati entro il trentuno dicembre degli anni sessanta. Per potervi accedere, però, è necessario essere in possesso di altri due requisiti: il primo è quello di essere in possesso di un requisito contributivo, il secondo invece è quello di appartenere a uno dei profili di tutela.
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Per poter accedere all’Ape sociale, che ricordiamo essere stato prorogato anche alla Legge di Bilancio 2023, bisogna dunque avere solo sessantatré anni di età e un contributo variabile non troppo elevati. Per quanto riguarda, invece, gli invalidi, i disoccupati e i caregiver sono richiesti ben trent’anni di contributi. Questi salgono a trentadue nel caso di lavoratori edili e ceramisti, e a trentasei per i lavoratori gravosi. Ci sono però alcune cose che bisogna sapere prima di fare richiesta per questo indennizzo: come, ad esempio, che questa non è compatibile con l’indennizzo ai commercianti o altre forme di sostento al reddito.
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Altri limiti che hanno a che fare con l’Ape sociale riguarda inoltre il reddito da lavoro dipendente, che non può essere superiore agli otto mila euro annui, mentre scende a quattro mila e ottocento nel caso di lavoro autonomo superiore. Inoltre, non è possibile richiedere gli ANF per familiari a carico o quello di chiedere l’integrazione al trattamento minimo. Per finire, questa non può essere rivalutata annualmente e soprattutto non prevede l’erogazione della tredicesima.