Questo è il reale peso che può avere la propria giacenza depositata in banca dal punto di vista del patrimonio. Di cosa si sta parlando
Il 2022 è alle spalle e quello che si è lasciato non è stato certo un anno facile. Anche per il nuovo anno, le difficoltà e le sfide da affrontare non sono poche né agevoli, ma ci si predispone a mettere i giusti strumenti ad hoc per rispondere alle numerose contingenze. La morsa dell’inflazione tende a non allentarsi, anzi: le previsioni narrano di una nuova accelerazione che porterà il tasso della sua corsa galoppante, a due cifre percentuali.
Nonostante la corsa ai regali, come ogni anno, trasmette un poco di ottimistico entusiasmo, i soggetti che hanno dovuto rinunciare, o ridimensionare drasticamente il tradizionale rito collettivo dello scambio dei doni, non sono stati affatto una minoranza. Le ragioni sono ovvie, dai precedenti dieci mesi ad oggi: l’aumento dei costi dell’energia che pesa sulle bollette delle utenze domestiche e l’innalzamento generalizzato del costo della vita foraggiato dalla marcia inflazionistica.
Con l’affacciarsi del nuovo anno, si sono esaurite le misure economiche di sostegno inerenti alla competenza del 2022, ma la nuova legge di bilancio da poco approvata, ha di fatto aperto una lunga stagione di supporti messi a disposizione dalla previdenza sociale. Da un lato, si è proceduto alla fase di rinnovo relativamente ad alcuni strumenti: ad esempio, l’Assegno Unico e universale per le famiglie dei lavoratori dipendenti, il quale, terminata la prima annualità, verrà inaugurata dal 1° aprile prossimo la seconda tornata di erogazione.
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Sebbene – come è noto – l’accettazione della misura sia universale, a prescindere dal reddito, oltre alla presentazione della domanda di rinnovo, i richiedenti dovranno eventualmente allegare un nuovo modello DSU per il reddito ISEE, nel caso in cui sia avvenuta una variazione reddituale tale da modificare lo scaglione determinante l’importo dell’assegno.
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Come dunque avviene altresì per l’accesso stesso a molti supporti INPS o a numerose tipologie di incentivi statali, la componente ISEE è imprescindibile per elargire i sostegni in modo legittimo e congruo. L’ISEE costituisce il dato economico di una famiglia composto tanto dal reddito quanto dal patrimonio (mobiliare e immobiliare), affiancato da eventuali rendite. Dunque la giacenza di un conto in banca ha certamente un peso non irrilevante che ai fini ISEE può essere stimato nella misura del 20 per cento. Il reddito IRPEF, diversamente, copre il restante 80 per cento. Si pensi perciò ad un deposito tra i 5mila e i 50mila euro: la giacenza media conteggiata dalla banca o dalle Poste alla fine dell’anno diverrà il dato che verrà incluso nell’ISEE dell’anno successivo.