Occhio alI’ISEE 2023 | Molti commettono quest’errore

Gli italiani possono richiedere l’ISEE 2023 relativo al 2021: molti non prestano attenzione a questo dettaglio importante…

carte credito
carte da inserire nell’ISEE (Foto Adobe-pensioni.it)

A partire dai primi giorni di gennaio gli italiani possono richiedere al CAF o Patronato o al proprio commercialista di fiducia l’ISEE 2023. L’ISEE è un documento molto importante dal momento che è un requisito fondamentare per ricevere i vari bonus ed incentivi messi a disposizione del governo.

Senza ISEE, infatti, o si avranno i bonus nella misura minima o, in altri casi, non si potrà proprio accedere a questi. L’indicatore della situazione economica equivalente è necessario, ad esempio, per accedere alla pensione di cittadinanza, reddito di cittadinanza, assegno unico ma anche per avere varie esenzioni come quella del canone RAI.

ISEE, attenzione alle carte: vanno dichiarate anche queste

ISEE
carte da inserire nell’ISEE (Foto Adobe-pensioni.it)

Ai fini ISEE bisogna dichiarare la DSU, ovvero la dichiarazione sostitutiva unica, veicoli ed imbarcazioni in possesso del dichiarante e, ovviamente, il patrimonio mobiliare ed immobiliare. Per l’ISEE 2023 i dati sono relativi al 2021 e, con precisione, fino al 31 dicembre 2021.

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Nell’ISEE vanno dichiarate, ovviamente, anche le carte nell’anno di riferimento. Per quanto riguarda la carte dotate di IBAN non c’è nessun problema dal momento che queste sono assimilate ad un conto corrente e quindi si inseriscono nel patrimonio mobiliare ISEE. Ricordiamo che vanno dichiarate anche le carte chiuse nell’anno di riferimento, anche se durate solo pochi giorni e settimane.

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Le cose, invece, sono diverse per quanto riguarda la carte prepagate, e dunque quelle senza codice IBAN. La gestione corretta dell’inserimento prevede il codice 01, per ciò che riguarda le carte prepagate con Iban, in quanto assimilate ai conti correnti. Mentre le altre ovvero le carte prepagate semplici si inseriscono con il codice 99, vale a dire la sezione riguardante altri strumenti e rapporti finanziari.

La carta prepagata con Iban, a differenza di una prepagata semplice, necessita di una gestione differente, in fase di DSU, dal momento che richiede anche la comunicazione della giacenza media annuale, oltre al saldo al 31 dicembre. In conclusione possiamo dire che la disciplina tributaria ha stabilito che anche le carte prepagate devono far parte dei possedimenti mobiliari di un nucleo familiare, quindi dichiarati al pari di tutti gli altri titoli o strumenti finanziari.

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