L’Assegno Unico Universale può essere richiesto anche nel 2023 ed è sempre meglio presentare l’ISEE: il motivo
Il governo Meloni, attraverso la Legge di Bilancio approvata lo scorso 30 dicembre, ha approvato anche per il 2023 alcuni incentivi tra cui l’Assegno Unico Universale. La misura, riservata a chi ha figli a carico di età inferiore a 21 anni o senza limiti di età in caso di disabilità, porta nel 2023 anche varie agevolazioni.
L’Assegno Unico sarà erogato sempre sull’IBAN di colui che ne fa domanda e, per avere appieno l’incentivo, bisognerà presentare l’ISEE, ovvero l’indicatore della situazione economica equivalente. E proprio da inizio gennaio che gli italiani possono richiedere l’ISEE a Caf o Patronati o al proprio commercialista di fiducia.
Assegno Unico: perché presentare l’ISEE è importante
Per avere dunque a pieno quanto ci spetta riguardo l’Assegno Unico, dobbiamo presentare l’ISEE altrimenti riceveremo una somma che non è in linea con la nostra reale situazione economica. L’AU aumenta con ISEE più basso e diminuisce con ISEE più alto. A chiarire l’importanza dell’ISEE per l’Assegno è l’INPS che ha fornito indicazioni sui propri canali social.
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Senza ISEE, afferma l’INPS, si percepirà il minimo relativo all’AU. Ma in questo caso bisogna presentare l’ISEE ordinario o quello corrente? Diciamo subito che l’ISEE ordinario presenta nel 2023 fotografa la situazione economica, reddituale e patrimoniale del 2021. Nonostante questo dal 2021 possono esserci stati avvenimenti che hanno modificato la situazione economica della famiglia.
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Per questo motivo e in questi casi è preferibile presentare l’ISEE corrente, che non è altro che un ISEE aggiornato dei redditi, patrimoni e trattamenti degli ultimi 12 mesi o 2 mesi. L’ISEE corrente è in grado di fotografare i reali e costanti cambiamenti della situazione economica e patrimoniale ma non è possibile presentarlo senza aver precedentemente presentato un ISEE ordinario in corso di validità, anche precompilato.
L’ISEE corrente 2023 ha validità fino al 31 dicembre 2023. Fanno però eccezione le variazioni nella situazione occupazionale o nella fruizione dei trattamenti: in tal caso l’ISEE corrente dovrà essere aggiornato entro due mesi dalla variazione. Se invece bisogna aggiornare la sola componente reddituale l’ISEE avrà validità di 6 mesi dalla data di presentazione del modello sostituivo della DSU.