Novità a gennaio in tema pensione. Sul cedolino si può trovare importo e data di erogazione. Sorpresa per alcuni pensionati
Il tema pensioni torna ad essere caldo. Sia per le erogazioni, dunque l’importo degli assegni per il 2023, che per la pensione anticipata. Che anche per quest’anno viene affidata ad una formula. La Quota 103. Il che corrisponde a 62 anni di età e 41 di contributi. La quantità di contributi maturati è quella che il nuovo Governo probabilmente vorrebbe determinare per tutti per poter andare in pensione, a prescindere dall’età.
Mentre in tema cedolino pensionistico si ricorda che il primo giorno lavorativo del mese è stata fatta l’erogazione. Data che a gennaio corrisponde a lunedì 2. Essendo il primo giorno dell’anno l’INPS si è riservata la facoltà di poter accumulare un giorno di ritardo. Dunque alcuni pensionati potrebbero aver ricevuto l’accredito il 3 gennaio. E per quanto riguarda l’importo ci sono novità positive per molti pensionati, specialmente per coloro le cui cifre dell’assegno mensile sono basse.
La prima novità, che deve ancora essere attivata, è l’aumento della pensione minima da poco più di 525 euro a 600 euro. Ma questo solo per il 2023 e solo per i pensionati over 75. La misura è stata possibile, secondo il Governo, recuperando le somme dal reddito di cittadinanza, che è stato ridotto a 7 mesi di erogazione. Per tutti gli altri pensionati il 2023 è l’anno in cui la percentuale di perequazione, dunque di rivalutazione sull’assegno della pensione, in accordo con gli adeguamenti all’inflazione, è stata stabilita al 7,3%. Cifra notevole se si considera che nel 2022 era dell’1,7%.
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Le pensioni verranno aumentate secondo uno schema a sei scaglioni, mentre lo scorso anno gli scaglioni erano 3:
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Per il mese di gennaio potranno ricevere la rivalutazione solamente coloro che hanno diritto al 100% di aumento, dunque chi ha la pensione che non supera i 2.100 euro. Tutti gli altri dovranno attendere l’ufficializzazione degli scaglioni. Questa misura è stata adottata per evitare di erogare somme indebitamente, per poi richiederne la restituzione.