Ulteriore possibilità per sanare la le pendenze con il Fisco, coinvolti i contribuenti con ricorsi in atto contro le cartelle esattoriali
Le tasse croce e delizia degli italiani, tartassati e offesi dal sistema che in effetti è tra i più esosi d’Europa. Eppure evasori, insofferenti alle imposte e alle tasse che affliggono ogni contribuente e cittadino alle prese con l’Amministrazione Pubblica. Perché balzelli e diritti d’ufficio, bolli e accise sono tanto comuni quanto fastidiose.
Non casualmente l’insofferenza verso tasse ed imposte accomuna e avvicina cittadini e contribuenti con interessi e motivazioni diverse. La distanza tra Pubblica Amministrazione e cittadini è ancora consistente e spesso lo Stato viene percepito come ente astratto, distante e talvolta vessatorio, con ben poco che restituisce ai cittadini in termini di servizi efficienti e disponibili.
Ricorso alle cartelle esattoraili, possibile sospresa per i contribuenti
Tra i tentativi di accorciare la distanza tra Fisco e cittadini si colloca appunto la scelta della rottamazione automatica senza domanda esplicita del contribuente per le cartelle esattoriali entrate in ruolo fino al 2015 per un importo fino a 1000 euro per ogni singolo debito. Una decisione discussa per gli effetti sui conti dello Stato, ma che indubbiamente riscuote gradimento tra quanti si trovano costretti a districarsi tra carte bollate e procedure da rispettare.
La rottamazione riguarda i debiti con lo Stato mentre per quelli con gli enti locali restano dei dubbi, in quanto saranno questi ultimi a decidere se aderire alla sanatoria, in base ai bilanci locali. Ma esiste un’altra agevolazione per i contribuneti alla prese con problemi legati al Fisco e che sono giunti ai ricorsi contro le cartelle esattoriali.
Leggi anche: Hai cartelle esattoriali tra il 2000 e il 2015? | Puoi liberartene
I contribuenti che hanno presentato ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale e a quella Regionale, su debiti fino a 50mila euro, potranno fino al 20 per cento della sanzione se avranno già vinto in primo grado di giudizio. In caso di secondo grado di giudizio, poi, la situazione migliora ulteriormente per i contrubuenti in lite con il Fisco.
Leggi anche: Agenzia delle Entrate | Scadenza prorogata al 2024
Infatti la cifra da pagare scende ancora di più, non andando oltre il 5 per cento della sanzione complessiva da versare all’Erario. Basta rinunciare a continuare con la procedura di contestazione e aderire alla sanatoria delle liti in pendenza entro il 16 gennaio 2023.