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Risparmio

Molti stanno mettendo questo nella stufa al posto del pellet

Il pellet, come anche le altre forme di materia prima, è aumentato vertiginosamente, al punto da diventare proibitivo

Stufa (Foto Pixabay – pensioniora.it)

Per la verità il rincaro del pellet era piuttosto prevedibile. Una specie di catena che dipana le sue maglie senza alcuno sforzo. Il prezzo del greggio aumenta; molti italiani pensano – con grande investimento all’origine – di sostituire il riscaldamento tradizionale con quello a pellet; la domanda supera l’offerta; il pellet triplica il suo prezzo nel giro di pochi mesi. sono equivalenze delle leggi economiche che anche un bambino può comprendere. Per non tralasciare il fatto che questa diffusione spropositata della vendita del pellet, che sostanzialmente non è altro che un agglomerato di truccioli di legno, ha disboscato buona parte delle foreste del centro – est Europa.

Con costi sulla collettività che se non si leggono sui giornali si possono osservare nella quotidianità. Insomma, questa del pellet è un altro uovo di Colombo, che alla fine rientra nello stesso meccanismo dei precedenti, ed inizia a non essere più conveniente, se mai lo è stato, considerando che l’investimento iniziale, solo per l’acquisto e l’installazione più canna fumaria richiede un plafond di migliaia di euro. Che potrebbe aver senso solo nelle zone più fredde della penisola, che oramai sono in minoranza.

Pellet, ci sono dei sostituti: attenzione alle regole

Pellet (Foto Pixabay – pensioniora.it)

Il rincaro del prezzo del pellet è stato nel gito di poco tempo del 300%. Da 5 euro a sacco di è passati senza colpo ferire a 15 euro. Ed oltre alla minore offerta, senza dubbio hanno inciso anche politiche speculative, che almeno sule materie prime per il riscaldamento non dovrebbero apparire. Ed invece è proprio lì dove c’è la necessità impellente che appaiono. Si deve considerare che la maggior parte del pellet viene dal centro Europa, circa il 40%. Con un 11% dalla Bielorussia ed Ucraina, che a causa del conflitto hanno interrotto i ponti.

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Dunque si è alla ricerca costante di sostituti validi. Si sono sperimentati vari materiali, tra cui i gusci delle nocciole e le parti legnose e fibrose della canapa. Per quanto riguarda i gusci di nocciole, ormai sono anni che vengono usati come combustibile. Tuttavia l’utilizzo al posto del pellet ne ha fatto raddoppiare il prezzo, arrivando a 12 euro al quintale.

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Per quanto riguarda la canapa il discorso è diverso. La parte legnosa e fibrosa della canapa ben si presta ad essere utilizzata per le stufe a pellet. Ma bisogna stare attenti. Il residuo di cenere è superiore al limite stabilito per legge per il riscaldamento domestico, ma rientra senza problemi nei limiti per gli stabilimenti industriali.

Pubblicato da
Giulia Borraccino