In tutto il mondo ci sono delle differenze sostanziali per quanto riguarda le pensioni tra uomini e donne: la ricerca
Quello delle pensioni è da sempre un tema molto caldo in Italia e non solo. L’uscita dal mondo del lavoro rappresenta in tutti gli Stati e le Nazioni del mondo fonte di grattacapo da parte della classe politica che deve destreggiarsi tra fondi, inflazione, natalità, disoccupazione etc.
In tutti gli Stati, poi, quello che viene fuori è anche una disparità sulle pensioni tra uomini e donne. Una ricerca di WTW, società̀ di consulenza alle imprese, mette in evidenza una differenza importante, a livello globale, tra il patrimonio degli uomini e delle donne al momento della pensione. Vediamo insieme questa differenza.
Pensioni, le disparità tra uomini e donne: un problema mondiale
Lo studio Global Gender Wealth Equity 2022, nato dalla collaborazione tra il World Economic Forum e WTW, pubblicato nel suo “Global Gender Gap Report” evidenzia che il gap previdenziale tra i generi aumenta con il livello di anzianità lavorativa. Le donne arrivano in media alla pensione con il 74% della ricchezza rispetto a quello degli uomini.
Le donne che ricoprono ruoli manageriali raggiungono solo il 62% della ricchezza accumulata da ruoli simili maschili. Per le cariche professionali di medio livello, la disparità è ancora concreta (69%), ma diminuisce considerevolmente (89%) per le posizioni lavorative operative e di supporto. La medesima propensione si riscontra anche in Italia.
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Per quanto riguarda il nostro Paese i ritardi registrati nel percorso di carriera e i divari retributivi di genere aumentano le difficoltà nel generare un risparmio pensionistico equo tra i generi. Il divario tra uomini e donne aumenta anche alla luce del fatto che molte donne svolgono in famiglia un lavoro non retribuito.
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Lo stesso scenario si registra anche negli altri Stati: negli Stati Uniti è del 75% mentre il Canada ha raggiunto risultati lievemente migliori (78%). La Nigeria ha il più alto divario di ricchezza tra i generi (60%), seguita a poca distanza dall’Argentina (61%), dal Messico e dalla Turchia (63%).
Dobbiamo però dire che gli sforzi delle società per promuovere l’equità e l’inclusione stanno aiutando, finalmente, a limitare il divario retributivo di genere e la sotto-rappresentanza delle donne nei Cda e nei ruoli apicali.