Ecco gli ultimi provvedimenti fiscali in merito alle vecchie cartelle esattoriale e alla possibilità di stralciarle. Di cosa si parla
Alla fine dello mese scorso di novembre si è ufficialmente conclusa la rottamazione delle cartelle esattoriali inaugurata dal governo Conte, dopo la fase di stop relativa alla riscossione delle tasse dovuta al Coronavirus; quella che ha preso il nome di Rottamazione-ter. I debiti rientrati sono serviti a finanziare i bonus che dalla emergenza sanitaria hanno trovato un nuovo contesto nell’attuale crisi energetica.
La stessa crisi oggi si è convertita in una drammatica crisi economica che sta martellando i bilanci delle famiglie europee, famiglie italiane incluse. I nuclei a carico di lavoratori e pensionati in difficoltà sono stati colpiti dai rincari dell’energia, ma il loro potere di spesa è andato progressivamente erodendosi a causa della galoppante inflazione, traghettatasi al nuovo anno con una nuova accelerazione a due cifre percentuali.
Il governo Meloni ha intercettato nella manovra di bilancio prima, e ora nella legge di bilancio appena approvata, proprio nei redditi precari delle famiglie e dei pensionati, le componenti maggiormente esposte alla crisi, ovverosia oggetto del graduale impoverimento dovuto alla diminuzione delle disponibilità causata dal caro energia. Sono stati dunque individuati due filoni di intervento, appena attivati: la proroga di sei mesi sul distacco delle utenze per salvaguardare il passaggio della stagione invernale; l’innalzamento del reddito ISEE per accedere ai “bonus bollette” da parte delle famiglie numerose.
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Tali iniziative, le quali coprono due terzi dei fondi della legge di bilancio, hanno comportato un sostanzioso finanziamento, giunto fondamentalmente da due aree. La prima riguarda la modifica di alcune misure economiche: il caso è quello del Reddito di Cittadinanza, radicalmente riscritto nei criteri di accesso e di durata, con soli sette mesi di erogazione dell’assegno e possibile revoca anticipata dopo l’unico rifiuto alla proposta di lavoro da parte del Centro per l’Impiego.
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La secondo finanziamento proviene dalla rottamazione delle cartelle esattoriali. Innanzitutto si parte con lo stralcio dei debiti fino a mille euro (fino al 2015), poiché allo Stato costa di più la riscossione. Poi vi è la rottamazione vera e propria delle cartelle ex Equitalia tra i mille e i tremila euro (escluse le multe stradali), per le quali sono previsti sconti fino al 50 per cento sulle sanzioni e gli interessi, oltre ad un taglio “secco” sui tempi di riscossione (ridotti a cinque anni). È prevista anche una sanatoria per i debiti fino a 50mila euro, nel caso l’Agenzia perda il ricorso nelle liti.