Con il taglio del cuneo fiscale alcuni dipendenti in troveranno degli aumenti piùconsistenti rispetto ad altri
Da questo mese corrente si inizieranno a vedere gli effetti della manovra di bilancio apena varata dal governo. Tra i provvedimenti presi quello delle riduzione ulteriore dei contributi versati dai lavoratori alle casse previdenziali. Si parla del taglio del cosiddetto cuneo fiscale. Una misura già intrapresa dal precedente esecutivo e riproposta ed incrementata dall’attuale.
La previsione è di ridurre i contributi previdenziali versati dai lavoratori (sostituiti da versamenti statali) nella misura del 2 per cento per gli stipendi fino al 35 mila euro lordi all’anno una conferma) e del 3 per cento per gli stipendi fino a 25 mila euro lordi all’anno (la novità). Altra innovazione la tassazione al 5 per cento dei premi di produttività fino ai 3 mila euro.
Chi trae più vantaggio dal taglio del cuneo fiscale
Non saranno tutti gli aventi diritto a beneficiare della misura allo stesso modo. Infatti alcune fasce di retribuzione avranno vantaggi maggiori rispetto ad altre e non sranno quelle con gli stipendi più bassi. Di seguito una breve suddivisione per fasce. Fino a 10mila euro il risparmio sarà di 19,25 euro al mese, pari a 231 euro all’anno. I dipendenti con una retribuzione maggiore, fino a 12500 euro, avranno un risparmio pari a 24,06 euro al mese, che all’anno saranno 288,75 euro.
Per i guadagni fino 15mila euro il risparmio sarà di 28,88 euro al mese e 346,50 euro all’anno, mentre per il livello fino 17.500 eruo invece i valori saranno 28,81 euro mensili e 345 euro all’anno. La fascia da 20mila euro otterrà un risparmio di 32,92 euro al mese, ovvero 395,08 euro all’anno.
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Per chi ha uno stipendio di 22.500 si parla di un risparmio pari a 37,04 al mese cioè di 444,46 all’anno. Ma ecco la fascia più avvantaggiata dalla misura del governo: le buste paga fino a 25mila euro all’anno risparmieranno 41,15 euro al mese e 493,85 annui. Questi numeri non soddisfano i sindacati e le fasce più deboli dei lavoratori.
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Ma l’obiettivo del governo resta il raggiungimento per fine legislatura della soglia del 5 per cento del taglio del cuneo fiscale. Ma il problema del carovita resta irrisolto e con esso il costante calo del potere d’acquisto per stipendi e pensioni, soprattutto i livelli più bassi.