Ecco gli ultimi cambiamenti che riscrivono le regole per continuare a beneficiare del bonus edilizio anche per il prossimo anno. I dettagli
Tornando con la memoria alla drammatica esperienza collettiva del Coronavirus, l’emergenza sanitaria è stata dichiarata conclusa dal governo dopo poco più di due anni di restrizioni pubbliche e di obblighi normativi; non è stato però soltanto un tempo di confinamenti casalinghi (lockdown), di duri impedimenti nei contatti, di chiusura temporanea dei rapporti pubblici, nonché dei gravi effetti della malattia stessa.
Il tempo intercorso ha vissuto uno stop senza precedenti del settore produttivo, fatte salve quelle aziende di interesse strategico dello Stato e – per necessità – la grande distribuzione. In sostanza, quasi tutti gli altri comparti dell’economia nazionale si sono dovuti arrestare di fronte ai regolamenti necessari per tentare di blindare le possibilità di contagio. Ciò ha comportato numerosi lavoratori dipendenti in cassa integrazione, il fallimento di alcune aziende e la necessità per lo Stato di venire in soccorso ai suoi cittadini con ristori ad hoc.
Quando lo stato d’emergenza viene dichiarato concluso dal Consiglio dei Ministri il 31 marzo scorso, già da due anni si è immaginato il settore dal quale far ripartire il tessuto produttivo italiano. Si tratta del settore da sempre trainante per il PIL nazionale: il settore dell’edilizia. La necessità era di quella di farlo ripartire secondo una chiave di sostenibilità ambientale, dato che molti cittadini hanno sperimentato, sotto il lockdown, l’aria pulita di un ambiente sottratto alle auto e ad altri agenti inquinanti.
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Nasce così il Superbonus 110%, il quale prevede detrazioni in dichiarazione dei redditi, sconti in fattura e cessione del credito verso coloro che effettuano interventi di ammodernamento dei dispositivi di condizionamento delle abitazioni e di efficientemento energetico, compresi negli spazi pubblici come quelli di un condominio. L’ultima manovra di bilancio, con l’approvazione del DL Aiuti quater, traghetta il Superbonus verso il 2023.
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Dopo i problemi registratisi con le cessioni del credito negli istituti di credito, a fronte della scarsità di fondi, il governo ha fissato un limite massimo di cessioni per ogni soggetto qualificato a prendere in carico il credito: non oltre cinque cessioni. Inoltre, la prima cessione non dipende da alcun requisiti soggettivo, mentre dalla seconda in poi, sono autorizzati a prende in carico: assicurazioni, gruppi bancari e intermediari finanziari. La misura del 110% terminerà al 31 dicembre 2022 e il bonus proseguirà con detrazioni al 90%; la Comunicazione inizio lavori asseverata (CILAS) deve però essere inoltrata entro la fine di quest’anno, con i lavoratori autorizzati dall’assemblea condominiale prima del 18 novembre scorso. Infine, i crediti d’imposta maturati alla data del 25 novembre 2022 diserrano parametro di merito per un’impresa che ha all’attivo una richiesta di finanziamento.