Pensioni Poste gennaio| Slitta il pagamento per molte persone in questo inizio 2023: i coinvolti e perché
Tra le novità più importanti della Legge di Bilancio del Governo Meloni, approvata 4 giorni fa, ci sono quelle legate alle pensioni. Sicuramente quella di maggior rilievo riguarda l’introduzione della Quota 103, detta anche pensione anticipata flessibile. Essa potrà essere sfruttata dai lavoratori iscritti alla gestione Inps come dipendenti, pubblici e autonomi con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Tutto ciò entro il 31 dicembre 2023. Fino all’età di 67 anni, chi accede a tale quota, non potrà ricevere una pensione superiore a cinque volte il minimo (pari a 2.818,75 euro mensili).
Chiunque sia in possesso dei requisiti minimi suddetti per Quota 103 e decide di continuare a lavorare, potrà chiedere al proprio datore di lavoro una busta paga più alta e una pensione più bassa. L’opzione donna è prorogata ma subisce delle limitazioni. Si potrà d’ora in poi accedere se si è caregivers, se si soffre di una riduzione delle capacità lavorative o se si è una lavoratrice licenziata o dipendente da imprese con tavoli di crisi aperti. Rinnovata anche l’ape sociale fino al 31 dicembre 2023 che vede invariate le categorie di lavoratori che potranno accedere alla misura.
La pensione per questo mese di gennaio subisce due giorni di ritardo. Niente accredito al primo giorno del mese, in quanto festività, e neppure il 2. Il rinvio dunque è al 3 gennaio su conferma della stessa INPS attraverso il cedolino inviato il 20 dicembre ai pensionati. In questo mese la pensione viene rivalutata anche del 7,3% per contrastare l’inflazione.
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Tutti coloro che ricevono l’accredito sul proprio conto corrente, lo troveranno quindi il 3. Le persone che si recano agli sportelli postali, invece, devono seguire una precisa turnazione in ordine alfabetico (si salta venerdì 6 in quanto è giorno di Epifania):