Questi sono i requisiti previdenziali che devono aver raggiunto i neopensionati del prossimo anno. Ecco i numeri di quanto occorre
Appena dopo le feste che inaugureranno il nuovo anno, il calendario previdenziale chiamerà immediatamente numerosi soggetti al consueto appuntamento di ogni inizio del mese: quello con le pensioni INPS. Il primo giorno di erogazioni non sarà certo il 1° di gennaio – che oltre ad essere giorno di festa, è anche domenica; tutto è rimandato a partire dal giorno 2, secondo la presentazione presso l’ufficio postale per ordine alfabetico dei cognomi.
Altri anziani contribuenti, sempre dal 2 gennaio, riceveranno con analoga puntualità la relativa somma del rateo direttamente sul conto corrente personale, tramite l’accredito effettuato dall’INPS. Dallo scorso giugno, i trattamenti pensionistici sono oggetto di un susseguirsi di modifiche positive sotto il profilo finanziario, oltre ad essere il terreno su cui sono stati applicati numerosi bonus.
In pensione nel 2023, quando uscire con Quota 103
Da gennaio inoltre, entrerà in vigore il nuovo adeguamento ISTAT degli importi pensionistici, in base agli indici dei prezzi al consumo. Esso segue il primo adeguamento, anticipato per decisione del governo Draghi al mese scorso di ottobre, pari ad un incremento del 2 per cento distribuito secondo le aliquote reddituali. Anticipando di tre mesi una parte dell’aumento, il governo ha cercato di allentare la pressione di un’erogazione complessiva troppo alta sulle casse previdenziali.
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Il prossimo, invece, completerà il contrasto ai rincari causati dalla corsa dell’inflazione che non subirà rallentamenti, anzi è destinata ad un’accelerazione a due cifre percentuali. Completerà dunque la rivalutazione un indice pari al 7,3 per cento, applicato secondo le suddette modalità. Sul piano delle pensioni, le modifiche vengono calate anche nelle novità sul sistema previdenziale stesso.
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Il 31 dicembre 2022 è la data termine della “provvisoria” Quota 102, che con i suoi 64 anni di età e un’anzianità contributiva minima di 38 anni, si congeda definitamente. L’istanza è stata sin dalle dimissioni di Mario Draghi, piuttosto urgente; e il governo Meloni, per evitare il ripristino automatico dei requisiti pensionistici della Riforma Fornero, ha istituito un’altra misura transitoria, la Quota 103, la quale dovrebbe precedere un’articolata discussione per una nuova riforma delle pensioni. Confermata con la legge di bilancio appena approvata, la Quota 103 consentirà dal 2023 di congedarsi dal lavoro anticipatamente, al raggiungimento dei 62 anni anagrafici e 41 anni contributivi; ma con un assegno non superiore a 5 volte il minimo (circa 2.600 euro lordi). Resta comunque la pensione di vecchiaia, raggiunta a 67 anni e almeno 20 anni di contributi versati.