Vediamo perché una fascia di pensionati, in questo inizio di 2023, riceverà una somma di aumento solamente a febbraio
Da alcuni giorni, è l’argomento quotidiano, ossia l’approvazione della Legge di Bilancio, che ha portato ad alcune importanti riforme dal punto di vista economico. Polemiche soprattutto per il cambiamento del reddito di cittadinanza, e per gli evasori del fisco.
E i pensionati? Avranno sempre il loro indennizzo tranquillamente? O dovranno preoccuparsi anche loro? L’INPS ha sottolineato che coloro che hanno un reddito più alto rispetto agli altri, dovranno aspettare dell’aumento previsto solamente per il mese di febbraio. Ma non c’è niente di cui preoccuparsi.
Grazie alla rivalutazione generale delle pensioni del 2023, la percentuale dell’inflazione aumenta al 7,3%. Il primo pagamento dell’anno avverrà tranquillamente il giorno 3 gennaio. Che sia attraverso la banca o tramite posta, non ci sarà alcun problema. Ma non tutti avranno gli aumenti previsti.
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Infatti una fascia ben segnalata di pensionati, dovrà aspettare quello di febbraio per ricevere le somme aggiuntive che gli spettano. Con la rivalutazione al 7,3% della Legge di Bilancio che entra in vigore dal 1° gennaio, i pensionati potranno trarre beneficio solo da febbraio. Se si ha una pensione con un importo fino a 2.102,52 euro spetta al pensionato una rivalutazione del 7,3%.
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Per coloro che riceveranno gli aumenti solo dal mese di febbraio ci saranno anche gli arretrati a partire dal mese di gennaio 2023. Quindi di fatto, non si perde assolutamente nulla. Solo che si riceve il dovuto con un mese di ritardo. Per i soggetti interessati quindi la perequazione a gennaio 2023 spetterà per la quota rimanente.
Questi aumenti verranno applicati alla pensione mensile spettante al 31 dicembre 2022. Facendo un calcolo, attraverso la somma della perequazione piena al 7,3% a quella transitoria per il 2023 (1,5%), la pensione minima il prossimo anno sale a 570 euro nel 2023 arrivando a 585 euro nel 2024, ma sempre in via transitoria. Per i pensionati over 75 inoltre, la somma minima sale a 600 euro.
Attenzione però al cedolino di gennaio. Qui, bisogna dare un’attenta occhiata. Perché saranno previsti non solamente gli aumenti ma anche trattenute fiscali un po’ più pesanti. Nell’assegno di gennaio, infatti, oltre all’IRPEF sono presenti anche le trattenute relative alle addizionali comunali e regionali del 2022.