L’Agenzia delle Entrate ha disposto una proroga che altrimenti avrebbe reso necessario l’adeguamento immediato su delle misure fiscali
Da quando l’Agenzia delle Entrate è entrata nel mondo della telematica e della trasmissione elettronica dei redditi, sia di persone fisiche che giuridiche, il lavoro degli addetti ai controlli fiscali si è semplificato. Con oneri maggiori da parte di professionisti ed esrcenti. In prima battuta, da qualche anno le Partite IVA hanno dovuto adottare il modello di fatturazione elettronica, che in tempo reale trasmette i dati all’Agenzia. Anche gli esercenti hanno dovuto adeguare i propri strumenti di registrazione fiscale alle nuove norme.
Le casse di registrazione sono diventate per obbligo di legge elettroniche, e l’adeguamento, anche se non totale, dovrebbe compiersi nel giro di poco tempo. Ciò significa che i vecchi modelli di cassa non sono più sufficienti per essere in regola con le norme fiscali. Ed anche i primi modelli di cassa elettronica non sono più adeguati.
Nello specifico, ad essere oggetto del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate datato il 28 dicembre 2022, sono i dati di trasmissione elettronica sui corrispettivi giornalieri dei registratori di cassa per gli esercizi commerciali. Come scrive l’Agenzia stessa, è necessario “l’adeguamento di Registratori di cassa adattati a Registratore Telematico e
già immatricolati, per i quali sia scaduto il provvedimento di approvazione del relativo
modello“. L’obbligo di adeguamento in precedenza era a stretto giro. Tuttavia l’Agenzia delle Entrate, vista la difficoltà nel reperire nuovi modelli, e per non gravare economicamente troppo sugli esercenti, ha concesso che in alcuni casi, ove il modello di registratore di cassa e registratore telematico dei corrispettivi sia aggiornabile, che si possa adeguare lo strumento senza sostituirlo tout court.
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Ed anche per non mettere troppa fretta ai produttori, è stata decisa una proroga dei vecchi modelli ancora in uso, che si dovranno adeguare ai nuovi standard entro e non oltre il 31 dicembre 2024.
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Come ribadisce il provvedimento, “la proroga si rende necessaria per consentire ai produttori di aggiornare, per i soli fini fiscali, anche quei modelli, ancora molto diffusi sul mercato, altrimenti non aggiornabili“.