Ecco una comodissima modalità di disporre del dato utile alla richiesta di molteplici servizi assistenziali e non solo. I dettagli
Il Natale è trascorso da pochi giorni e ci si appresta a congedare definitivamente un anno drammatico come questo che sta per concludersi. Da una manciata di giorni si è anche conclusa la grande corsa ai regali, che coinvolge annualmente milioni di italiani e una sostanziosa parte delle loro finanze. Nelle grandi città, si svuotano le grandi arterie dello shopping degli acquirenti natalizi per lasciare spazio al turismo di fine anno.
Tra tali istanze si conclude anche la miriade di spedizioni di plichi di Poste Italiane che nel medesimo periodo raggiungono le case di famiglie e parentele oramai separate, unite soltanto dall’arrivo puntuale di questi doni recapitati a domicilio che portano un segno, sotto l’albero, della lontana presenza. Ed è proprio in concomitanza con la fine dell’anno che si fanno i conti – non solo tra i risparmiatori – con le personali finanze residue.
Non soltanto a Natale, ma da diversi anni si regista una notevole attività finanziaria sui conti correnti, senza precedenti rispetto ad un passato sempre più lontano. Il motivo è presto detto: la consistente riduzione dell’uso del denaro contante. Come è noto, tale fenomeno è stato stimolato dall’ascesa dei pagamenti elettronici che hanno dunque impegnato le carte magnetiche associate alle giacenze depositate.
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Sebbene le carte bancomat partecipano ancora oggi – sebbene in misura più ridotta – al servizio di prelevamento del contante presso gli sportelli automatici ATM esterni a banche ed uffici postali – a beneficio del sotterraneo ma consistente popolo degli affezionati dei pagamenti cash – la normativa, in nome dell’antiriciclaggio e del tracciamento del denaro, ha stimolato la più innovativa forma per finalizzare gli acquisti.
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Pertanto, più che dal portafoglio, la partita della gestione dei risparmi depositati sul conto corrente si gioca appunto sugli estratti conto. Tra le entrate e le uscite, bisogna altresì monitorare quelle somme uscenti poiché dovute alle spese di gestione. Ma anche il saldo richiede un’attenzione particolare. Appena si esaurisce l’anno solare, gli istituti di credito passano al calcolo della giacenza media, comunicata tra il 2 e il 4 di gennaio dell’anno successivo. Si tratta di un dato fondamentale: è parte del patrimonio e del reddito rientrante nell’ISEE, fonte di accesso a molteplici misure economiche di supporto. Ma la giacenza media attiva o meno il pagamento dell’imposta di bollo annuale: se la cifra supera i 5mila euro, il titolare persona fisica è tenuto a versare l’importo di 34,20 euro. Dal portale delle Poste Italiane, ad esempio, nonché dalle app ufficiali BancoPosta o PostePay, questo dato si può richiedere comodamente da smartphone, tra i “servizi on line” dell’Area Personale.