Aumenti in vista per il contratto a badante e colf, a quanto ammonta il ritocco dello stipendio previsto per il 2023
Il lavoro della badante che collabora con una famiglia per l’assistenza domiciliare a una persona anziana non più autosufficiente, o a una persona disabile o fragile è ormai largamento diffuso nella società italiana. La curva demografica del Paese non ammette repliche, la popolazione anziana cresce sempre più, mentre le fasce giovanili stanno diminuendo in modo evidente.
La badante può lavorare a tempo pieno domiciliando presso la dimora dell’assistito o svolgere la propria attività con un contratto a ore, modificando paga e contrributi in base alla tipologia di servizio. Infatti il contratto nazionale di lavoro prevede vari livelli di inquadramento a seconda della mansione svolta. Comunque si tratta di una professione di grande responsabilità e delicatezza che richiede attenzione e capacità pratiche e psicologiche.
Purtroppo in questa prefessone di assistenza è largamente diffuso il lavoro nero, con personale non sempre qualificato e preparato per le necessità della persona assistita. Esistono comunque cooperative e aziende specializzate per la ricerca di personale da assumere in grado di rispondere alle esigenze di anziani e delle loro famiglie. Purtroppo la crisi economica e la fiammata inflazionistica investe anche questo settore.
Dal 1° gennaio si avranno aumenti contrattuali in base all’inflazione rilevata dall’Istat alla data del 30 novembre. Salvo accordi diversi tra parti datoriali e rappresentati dei lavoratori gli aumenti saranno dell’ordine del 9,44% corrispondente all’80% dell’inflazione registrata a novembre (11,8%), come da contratto nazionale. L’impatto più forte si avrà per il personale convivente, con uno stipendio minimo mensile.
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Gli aumenti coinvolgeranno solo il personale inquadrato nel Ccnl di settore, mentre per quello impiegato saltuariamente nel Libretto Famiglia (con un paga oraria che comprende contributi Inps e assicurazioni Inail) non avrà ritocchi al compenso orario. Gli aumenti per il lavoratore domestico varieranno quindi a seconda del profilo e dell’inquadramento contrattuale.
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L’oscillazione potrebbe andare da un minimo di 109 euro al mese a un massimo di 145, con uno stipendio per una badante a tempo pieno convivente da 1026 euro al mese a 1120, con un incremento di circa 94 euro al mese. Gli aumenti saranno presenti anche nei contributi Inps e nell’assicurazione Inail da versare da parte del datore di lavoro.