Il ruolo dei contanti nel 2023 cambierà rispetto alle attese dei governi precedenti. La manovra della Legge Bilancio torna sui 5.000 euro
Da quando le transazioni per i pagamenti sono diventate sempre più elettroniche, il ruolo dei contanti nei consumi ha assunto importanza minore. E questo grazie ai piani cashless dei precedenti governi, che a fronte di premi, quali il rimborso del 10% sugli acquisti del cashbak, o la lotteria degli scontrini, hanno modificato le abitudini degli italiani. Ora la circolazione di denaro contante è minore. La manovre della Legge Bilancio è stata approvata, con delle modifiche sui pagamenti rispetto all’anno precedente.
È finita in una bolla di sapone la proposta di inserire un tetto minimo di spesa, identificato dal Governo Meloni in 60 euro, per i pagamenti con il Pos. D’altronde sarebbe stato contrario agli obiettivi PNRR contro la corruzione. Il denaro contante si presta bene all’evasione fiscale ed al riciclaggio di denaro sporco. Mentre un altro emendamento, che viaggia in linea contraria con gli obiettivi precedenti, è stato approvato.
Al via il tetto di 5.000 euro contanti per gli acquisti del 2023
Tra le misure antievasione e di lotta al riciclaggio di denaro proveniente dai proventi della criminalità organizzata, negli scorsi anni si è assistito alla determinazione di un tetto massimo di spesa in contanti. Nello specifico non si potevano acquistare più beni – di lusso – pagando in contanti sopra una cifra che superava i 2mila euro, nello specifico i 1.999 euro. Tetto di spesa che nel 2022 sarebbe dovuto scendere a mille euro, anzi, a 999,99 euro. Ed è stato prorogato al 2023.
Leggi anche: Cessione credito | Nuovo annuncio Agenzia Entrate
Con l’avvicendarsi del Governo le cose sono cambiate. Ed il tetto di spesa contante è stato uno degli emendamenti approvati dalla Legge Bilancio. Quindi per il 2023 si potrà acquistare in contanti per una cifra fino a 5mila euro. Più che raddoppiata rispetto all’anno precedente.
Leggi anche: ISEE 2023 | Quale servirà per avere bonus bollette
Questo in virtù probabilmente di un millantato diritto alla riservatezza sugli acquisti, che con le transazioni elettroniche non poteva essere tale. Ma il piatto sulla bilancia rimane comunque pesante. Dato che per ribadire il diritto alla privacy si creano maggiori strumenti nelle mani di chi fa girare il contante che proviene da attività criminose, senza doverne dare spiegazione.
