Cedolino della pensione del mese di gennaio 2023: tutte le informazioni in merito alla data di pagamento e all’importo
Un’ora fa hanno avuto il via in aula al Senato le dichiarazioni di voto sulla fiducia posta dal Governo Meloni sulla legge di bilancio 2023. In tarda mattinata è quindi atteso il voto finale al provvedimento. Tra le tante novità della manovra, alcune delle più importanti riguardano le pensioni. In attesa, quindi, che ci sia l’approvazione è bene fare un riepilogo di tutti i probabili cambiamenti in vista del 2023.
Le pensioni minime verranno rialzate a 600 euro nel prossimo anno per tutti gli over 75. Per i prossimi due anni, invece, la rivalutazione automatica salirà dall’80 all’85% per gli assegni compresi tra le 4 e 5 volte il trattamento minimo. Tutti gli assegni oltre tale limite vedranno una riduzione della percentuale con meccanismo a scaglione. Le pensioni tra 5 e 6 volte il minimo subiranno una rivalutazione del 53%, quelle tra 6 e 8 invece del 47%, da 8 a 10 del 37% e infine, negli assegni superiori a 10 volte il minimo, ci sarà un aumento del 32%. Inoltre, riguardo l’Opzione Donna, le lavoratrici potranno quindi andare in pensione in anticipo a 60 anni solo nel caso in cui siano caregiver, invalide con una percentuale minima del 74% oppure licenziate o dipendenti di aziende con tavolo di crisi aperto.
Il cedolino della pensione di gennaio 2023, accessibile come sempre attraverso il servizio online dell’Inps, prevede come data di pagamento il giorno 3 del mese stesso. L’aumento di perequazione automatica sarà, in via definitiva, dell’1.9% rispetto all’importo base. Inoltre, la rivalutazione per le pensioni nel 2023 sarà del 7,3%. Essa è stata già attribuita a tutti gli importi che rientrano nel limite di quattro volte il trattamento minimo (2.101,52 euro). Le pensioni che superano tali limite riceveranno la rivalutazione solo una volta approvata la norma della fattispecie inserita nella Legge di Bilancio 2023, in modo da evitare corresponsione di somme indebite.
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Riguardo le trattenute fiscali, a partire da gennaio, oltre all’Irpef (trattenuta mensile, ndr), verranno sottratte anche le addizionali regionali e comunali del 2022. Queste vengono spalmate su 11 rate nell’anno successivo a quello di riferimento. Le prestazioni assistenziali di invalidità civile non sono invece assoggettate a tassazioni e non subiscono trattenute fiscali.